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Alatri, interrogato per 6 ore l’unico indagato per l’omicidio di Thomas Bricca: nessun fermo

In Procura Mattia Toson, uno dei due fratelli che qualche giorno fa si erano presentati ai carabinieri per rendere dichiarazioni spontanee. Avrebbe partecipato all’agguato

Lo hanno interrogato per sei ore, ma alla fine non è stato emesso alcun fermo. È infatti tornato a casa l’unico indagato, finora, nell'ambito dell'indagine sull'omicidio di Thomas Bricca, il ragazzo di 19 anni ucciso un mese fa ad Alatri, in provincia di Frosinone, con un colpo di pistola.

L'indagato è Mattia Toson, uno dei due fratelli che qualche giorno fa si erano presentati ai carabinieri per rendere ai militari dichiarazioni spontanee sull'agguato nel quale è rimasto ucciso, per un tragico scambio di persona, il giovane Thomas. Oggi l’interrogatorio con il magistrato Rossella Ricca si è svolto all'ottavo piano del palazzo di Giustizia. Momento di tensione nel piazzale di fronte al Palazzo di giustizia, dove si sono radunati gli amici del ragazzo morto. Nelle ore prevedenti ad Alatri era circolato un volantino intimidatorio e indirizzato all'avvocato dell'indagato.

L'alibi fornito da Mattia Toson che ha riferito agli inquirenti (quando si era presentato di sua spontanea iniziativa in caserma) che la sera dell'omicidio di Thomas lui si trovava in compagnia di amici in un locale di Veroli dove si stava festeggiando un compleanno. A smentire queste dichiarazioni sarebbero state le immagini del sistema di video sorveglianza del Comune che immortala i killer di Bricca mentre scendono con il volto coperto dal casco dallo scooter per salite su un'auto pulita. Nella sequenza sarebbe ben visibile il volto di Mattia Toson.

 Al termine dell’interrogatorio, in cui sarebbero stati vagliati i tempi e gli orari di quella sera, la procura non ha fermato nessuno, ma la posizione del giovane - e quella di suo fratello e suo padre - rimangono ancora al vaglio degli inquirenti. Le indagini continuano.

Ciò che ormai sembra assodato della vicenda è il motivo dietro l'agguato mortale: a quanto pare, una ritorsione dopo degli scontri tra gruppi rivali di ragazzi  pochi giorni prima dell'uccisione di Thomas. Il sabato sera precedente uno dei ragazzi sarebbe stato persino spinto al di là di una balaustra, finendo sulla circonvallazione. La goccia, a quanto ricostruito, che avrebbe fatto scattare la rappresaglia a mano armata.

Sull’agguato restano molte incognite: non è stata ancora trovata l’arma (secondo i periti si tratterebbe di una pistola a tamburo), né il motorino, che è stato ripreso dalle telecamere della città.

Nel frattempo la città chiede, dai social, giustizia per il ragazzo. Il padre di Thomas, Paolo, da giorni condivide sul suo profilo Facebook gli articoli che parlano delle indagini, alternandoli ai messaggi di solidarietà e vicinanza che gli arrivano dagli amici e dai conoscenti. Anche lo zio di Thomas, Lorenzo Sabellico, fa di tutto per tenere alta l'attenzione sul caso. Mercoledì alle 18 ad Alatri, ricorda l'uomo, ci sarà una fiaccolata per ricordare il ragazzo: "Appuntamento in piazza - scrive lo zio - Alatri marcia, giustizia per Tommy".

Pubblicato su Il Mattino di Padova