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Addio a Maurizio Costanzo, portò in tv lo show della parola

Nel salotto del “Maurizio Costanzo Show” raccontò l’Italia per 40 anni

In Italia ha inventato un genere, il programma di parola. Con il «Maurizio Costanzo Show», certo, ma prima di tutto con «Bontà loro», anno 1976, cui fanno seguito «Acquario» e «Grand’Italia», slogan «Bella gente stasera, al Grand’Italia». Chiedeva sempre all’ospite «che cosa c’è dietro l’angolo», e ora solo una cosa è certa: dietro l'angolo c'è la morte di Maurizio Costanzo. Dopo tante peregrinazioni, Rai, Mediaset, e pure la rete, perché lui aveva capito subito la potenza del mezzo, si è spento. Aveva 84 anni.

Interessante fu, qualche anno fa, un programma con cui era tornato su Rai1 in compagnia di Enrico Vaime, «S’è fatta notte». La trasmissione era ricca di interviste rilassate e talvolta rivelatrici, divertenti. I due sodali, insieme, funzionavano bene, si integravano, si punzecchiavano. Ma si capiva che Costanzo ormai aveva voglia di parlare solo con chi gli piaceva. Non le rivelazioni o le provocazioni del vecchio «Bontà loro»; non i talenti o le creature border line del «Maurizio Costanzo Show»; bensì un colloquio con coloro che, a suo insindacabile giudizio, riteneva avessero qualcosa da dire. Una bella soddisfazione, per chi fa tv: poter scegliere senza condizionamenti. «Però - sosteneva Costanzo - non è che uno diventi intelligente se non lo è. Uno dei miei ultimi programmi l’ho chiamato “Bontà sua”, perché la persona da me invitata risponde alle domande. E dunque è gentile, poiché domandare è lecito, rispondere è cortesia».

Era nato a Roma nel 1938, segno della Vergine, concretezza e testardaggine, gli piacevano le cose ordinate. E l’ordine doveva essere il segreto per autocontrollare una personalità come la sua, che era una miniera di curiosità, conoscenze, ricordi, mille schermi sempre accesi, antesignano del «sempre connesso».

«Ne ho passate, di bufere, ne ho visti arrivare, di ospiti - ricordava. E continuo a fare programmi, la tv non mi logora. Adesso ci sono dei problemi per la generalista, che vuole rivolgersi a tutti, ma è ovvio che non ha più senso. I suoi numeri sono sempre più risicati, i giovani non la guardano, nemmeno la accendono, la tele. Ma non la guardano più neppure i vecchi». Conosceva i suoi simili e i suoi tempi con grande lucidità. In breve si raccontava così: «Sono giornalista, autore teatrale, ho scritto anche una canzone di successo cui sono molto affezionato, “Se telefonando”. Dopo “Bontà loro” ho inventato “Acquario” e “Grand’Italia”; e poi lo Show mio omonimo per Mediaset».

Nella sua vita Costanzo non si è fatto mancare nulla: neppure svariati libri e svariate mogli, un figlio regista di talento, Saverio. Neppure una società che, insieme con Maria De Filippi, produce quello che realizza. E neppure un attentato mafioso, che subì dopo il suo impegno contro le mafie, che previde anche una staffetta con Rai3 e il programma di Michele Santoro, «Samarcanda».

Dopo il «Maurizio Costanzo Show» su Canale 5, che competeva per durata con quello di David Letterman, dopo le domeniche tv, dopo il teatro, ha scoperto le webcam, internet, gli sms. Per Sky Vivo realizzò «Stella», sottotitolo «Siete pronti a cambiare?», collegamenti webcam con le case delle famiglie coinvolte. La tecnologia, il cambiamento si applicavano a modelli classici, l'aggregazione della piazza, il ritrovato piacere di conversare, un nuovo «Campanile sera», la prima trasmissione che mostrò l'Italia agli italiani.

Poi, tornato alla Rai che lo vide televisivamente nascere, è stato anche a Sanremo con un talk d’informazione e poi ha commentato, insieme con Galeazzi, i campionati del mondo di calcio. Non si fermava mai però cambiava, si aggiornava, amava cani e gatti, «ma non posso stare sempre con loro». Lavorava tanto. A parte lei, che cosa c'è dietro l'angolo?, gli chiesi una volta. E lui: «L’estetica del frammento. Lo prova il successo di un programma come “Techetecheté”».

Costanzo ha scoperto talenti, lanciato polemisti, presentato fenomeni da baraccone, contribuito alla politica interna del Paese. Ha intervistato e fatto parlare migliaia di persone, in un mix che programmaticamente univa i grandi ai piccoli problemi, il tutto scandito da formule consolidate, rituali, eppure sempre aggiornate.

Pubblicato su Il Mattino di Padova