In evidenza
Sezioni
Annunci
Quotidiani NEM
Comuni
  • Home
  •  > Notizie
  •  > Naufragio a Crotone, le vittime sono salite a 71. L'Associazione magistrati si divide sulle parole di Piantedosi: “Nessuna norma può imporre di non fuggire”. Presto un Cdm in Calabria

Naufragio a Crotone, le vittime sono salite a 71. L'Associazione magistrati si divide sulle parole di Piantedosi: “Nessuna norma può imporre di non fuggire”. Presto un Cdm in Calabria

Le famiglie che abitano nella zona portano fiori sulla spiaggia, poi la via crucis dalla passeggiata dello Steccato di Cutro

CROTONE. «Nessuna norma potrebbe mai imporre ad alcuno il dovere di non fuggire da Paesi dove la guerra o la miseria impediscono l'accesso a condizioni di vita dignitose. L'Associazione nazionale Magistrati si schiera (però divisa al suo interno) contro le parole del ministro Piantedosi («In queste condizioni i migranti non devono partire») e auspica «che in qualsiasi circostanza venga sempre rispettato l'inderogabile obbligo di salvataggio, che è scolpito nella nostra Costituzione ancor prima che nelle convenzioni internazionali». Il documento è stato approvato dall’Anm per un solo voto di scarto tra favorevoli e contrari.

Intanto i cittadini che abitano nella zona della tragedia stanno raggiungendo la spiaggia dello Steccato di Cutro con mazzi di fiori tra le mani per rendere omaggio alle vittime del naufragio. Dal lungomare dello steccato alle 15,30 partirà una via crucis a cui prenderà parte anche il vescovo Angelo Raffaele Panzetta.

Il mare nel frattempo continua a restituire i corpi di migranti morti nella tragedia di Crotone. Un corpo stamattina è stato avvistato nel mare di Botricello, a poca distanza da Steccato di Cutro dove si è verificato il disastro della barca disintegrata, una settimana fa. Sono intervenuti sommozzatori e vigili del fuoco stanno. Al momento sono 71 le vittime accertate.

Proseguono le ricerche

I vigili del fuoco, con le prime luci dell'alba, stamattina hanno ripreso le ricerche in mare di altri corpi delle vittime del naufragio del barcone carico di migranti. Non sono mai state sospese, invece, le ricerche in spiaggia, che abbracciano tutto il litorale crotonese e per le quali collaborano numerosi volontari. Per le ricerche in mare, in particolare, vengono utilizzati un elicottero, un gommone e due moto d'acqua. L'attività di perlustrazione andrà avanti ad oltranza, salvo diverse disposizioni della Prefettura di Crotone, che coordina le ricerche alle quali partecipano unità della Guardia costiera di Crotone. Dopo il ritrovamento ieri dei corpi di due bambini le vittime accertate, al momento, del naufragio sono 70. Le persone che risultano disperse sono tra i 30 ed i 50. C’è un’Italia che da giorni è accanto ai migranti che hanno fatto naufragio davanti alla spiaggia di Steccato di Cutro.

Le parole del Papa

Papa Francesco ha espresso il suo dolore per la tragedia della morte di migranti in Calabria durante l’Angelus. «Rinnovo a tutto il mio appello affinché non si ripetano simili tragedie, i trafficanti di esseri umani siano fermati». «I viaggi della speranza non si trasformino mai più in viaggi della morte. Le limpide acque del Mediterraneo non siano più insanguinate da tali drammatici incidenti. Il Signore ci dia la forza di capire e di piangere»

L’omelia nella cattedrale di Crotone

Stamattina nella cattedrale di Crotone è stata celebrata una messa commossa e partecipata. «Non sono numeri, sono persone. Sentiamo il bisogno di fare nostro l'appello del Santo padre Papa Francesco. Siamo tutti migranti chiamati a vivere la vita in pellegrinaggio», ha detto don Pasquale Aceto. «Il Signore non rinuncia a chiamarci in questa vita piena. Non lasciamoci addomesticare dal male, vinciamo il male con il bene. Preghiamo per le vittime del naufragio ribadendo che «non sono numeri ma persone. Perché il dolore dei nostri fratelli possa essere alleviato, per chi soffre per la dipartita di persone care chiediamo il dono della consolazione e a noi l'impegnò di un mondo migliore». 

Lo scontro politico

Prosegue, insieme alle ricerche dei corpi, il dibattito sulla tragedia. «Stabilire i flussi europei, da parte della Ue, sarebbe fondamentale. Anche con una serie di accordi con gli Stati e meccanismi premiali per chi è più virtuoso. Aumenteremo le quote degli immigrati regolari per quegli Stati che combattono meglio il fenomeno degli irregolari, facendo tornare indietro o non facendo partire i barconi degli scafisti», sono le parole del vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani. «Sicuramente, meno irregolari ci sono e più vite si salvano. Ma è una questione che va affrontata alla radice: i criminali vanno combattuti con forza togliendo i motori alle barche degli scafisti ma anche lavorando per sostenere le economie dei Paesi maggiormente in difficoltà. Occorre agire per la stabilizzazione dell'Africa, perché le guerre creano nuovi esodi. Abbiamo chiesto agli Emirati una mano perla Tunisia e per la Libia, dove sono influenti. Sulla Tunisia ci sono anche gli aiuti del Fondo monetario internazionale. Ne ho parlato con Georgieva e Blinken, sono stato negli Usa: un prestito da un miliardo di dollari è importante. Sempre a Tunisi è stata in missione l'ambasciatrice Teresa Castaldo, direttore generale della cooperazione allo sviluppo: l'Italia impegnerà 100 milioni per la cooperazione. La Libia? Il confronto politico è ripreso, siamo in contatto con tutte le parti, in un ruolo di mediazione». 

Duro commento di Massimiliano Iervolino, segretario di Radicali Italiani: «Purtroppo le lacrime versate a Cutro per le vittime del naufragio si sono rivelate presto lacrime di coccodrillo. È stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale la legge sulle “disposizioni urgenti per la gestione dei flussi migratori». Legge in vigore da ieri che in realtà - sottolinea -, non gestisce i flussi migratori ma si limita a limitare fortemente l'operatività delle navi delle Ong nel Mediterraneo». Chi ha scritto la legge - prosegue Iervolino - «non conosce le condizioni materiali in cui devono operare i membri dell'equipaggio delle Ong dopo avere realizzato il salvataggio di centinaia di migranti. E quanto richiesto loro compete alle autorità italiane, al porto di sbarco. Inoltre, la legge prescrive che il porto di sbarco assegnato dalle competenti autorità venga raggiunto senza ritardo per il completamento dell'intervento di soccorso; è evidente che tale disposizione, apparentemente innocua, sarà utilizzata per impedire alla nave Ong di effettuare soccorsi multipli. Quindi, avremo in futuro vari casi di negazione di soccorso, in violazione delle disposizioni sul diritto del mare».

La Via Crucis

Oggi pomeriggio si è svolta una Via Crucis per ricordare le decine di morti in mare. E in testa alla processione, una croce con del legno recuperato dal relitto, restituito dalle onde sulla spiaggia. «Abbiamo voluto realizzare questa croce - ha detto don Francesco - per ricordare i tanti innocenti morti nel naufragio. Questo dramma non si cancellerà mai dalle nostre menti. Dopo duemila anni Cristo è ancora in Croce». Alla Via Crucis partecipa l'arcivescovo di Crotone, monsignor Angelo Raffaele Panzetta. «Siamo qui - ha detto il presule - animati dalla speranza e in spirito d'unione con i nostri fratelli musulmani, nel silenzio e in preghiera, dietro la Croce salvifica». All'iniziativa è presente anche l'imam della moschea di Cutro, Mustafa Achik. La croce, a conclusione del rito, sarà donata alla parrocchia di Steccato di Cutro.

Verso l’incidente probatorio

Le testimonianze dei migranti, che potrebbero essere acquisite in sede di incidente probatorio che verrà chiesto dalla Procura della Repubblica di Crotone, potrebbero quindi essere messe a confronto con la versione di tre dei quattro trafficanti che erano a bordo del barcone schiantatosi all'alba di domenica 26 febbraio su una secca. In quelle ore, a quanto emerge, erano state diverse anche le telefonate giunte alla capitaneria di porto, purtroppo tutte già dopo che l'imbarcazione era affondata: si tratta soprattutto di chiamate di stranieri dall'estero come la Turchia, forse parenti o amici dei naufraghi, che segnalavano l'accaduto anche tramite alcuni post su Facebook. L'incidente probatorio - richiesto dal pm Pasquale Festa - punta a cristallizzare davanti al Giudice per le indagini preliminari Michele Ciociola le prove che potrebbero emergere dai racconti dei sopravvissuti alla traversata partita dalla Turchia e conclusasi tragicamente a poche decine di metri dalla spiaggia calabrese, provocando la morte accertata, al momento, di 70 persone e un numero di dispersi stimato tra 30 e i 50.

Il Consiglio dei ministri si riunirà in Calabria

La data ancora non è stata fissata, ma la decisione è presa: il Consiglio dei ministri si riunirà a breve in Calabria, proprio a Cutro, a pochi passi dal luogo del naufragio dell’imbarcazione dei migranti. C’è un precedente, il 18 aprile 2019, con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che riunì il Consiglio in Prefettura a Reggio Calabria. Se nel 2019 Conte volle far fronte all'emergenza sanitaria calabra, approvando «misure emergenziali per il servizio sanitario della Regione e altre misure urgenti in materia sanitaria», questa volta è la terribile tragedia del naufragio dei migranti a spingere il Governo a riunirsi lontano dagli uffici di Palazzo Chigi. La scelta di Meloni di portare il Cdm in «trasferta» non è dunque una novità. Ma non la fu nemmeno quella dell'attuale leader dei 5 stelle che prese in prestito l'idea di Romano Prodi che l'11 gennaio 2007, per la prima volta nella storia della Repubblica, riunì il Consiglio dei ministri lontano dalla capitale, a Caserta. E poi varie altre riunioni fuori da Roma: con Berlusconi per l’emergenza rifiuti a Napoli nel 2008, nel 2009 a L’Aquila dopo il terremoto.

L’intervento del vescovo: «Non vogliamo un’Europa col filo spinato»

«Non dobbiamo permettere alla paura di farci diventare persone dal cuore gelido. Se siamo cristiani non possiamo non essere accoglienti. Non vogliamo un'Europa con il filo spinato, non vogliamo un'Europa nella quale è difficile trovare accoglienza». E' la denuncia del vescovo di Crotone, monsignor Angelo Raffaele Panzetta, durante la Via Crucis sulla spiaggia a Steccato di Cutro in cui è avvenuto il naufragio di domenica. «Quelli che hanno perso la vita in questo mare sono la carne di Gesù», aggiunge.

Domani un accertamento tecnico irripetibile sul cellulare di uno scafista

Domani sarà eseguito dall'Interpol di Catania un accertamento irripetibile sul telefono cellulare dello scafista minorenne pachistano arrestato lunedì scorso con l'accusa di avere organizzato il viaggio insieme con altri tre scafisti. In carcere ci sono anche un turco e un altro pachistano. Il telefono del giovane, che respinge ogni accusa, è l'unico cellulare trovato agli scafisti dopo il naufragio costato la vita ad almeno 70 persone. Ecco perché è ritenuto particolarmente importante l'esame che sarà eseguito domani mattina a Catania. Da lì gli investigatori potranno estrapolare dati molto importanti. I contatti con i trafficanti di esseri umani ad esempio. Con chi ha chattato il giovane prima di partire da Smirne? Con chi aveva i contatti in Turchia? Chi sono i suoi complici?

Pubblicato su Il Mattino di Padova