Infortunio alle Cantine Sant’Anna di Annone, operaio cade da un piedistallo e muore
E’ caduto dall'altezza di 4 metri. Due le ipotesi: malore o piede in fallo. Aveva 40 anni. Sul posto i tecnici dello Spisal, i carabinieri e il medico legale
Un operaio è morto lunedì mattina cadendo da un'impalcatura all'interno di un'azienda agricola, a Loncon, una frazione di Annone Veneto. L'uomo, secondo una prima ricostruzione, stava lavorando alla Tenuta Sant'Anna del Leone Alato
La vittima è Michele Davanzo, aveva 40 anni e risiedeva a Musile di Piave. Era dipendente di una ditta esterna, che sta effettuando lavori all'interno della tenuta.
Sul posto gli operatori sanitari con l'ambulanza del Suem 118, che però non hanno potuto far altro che constatare la morte dell'operaio per i traumi riportati nella caduta.
A causare la morte un trauma cranico. All’origine della caduta da un piedistallo di 4 metri un malore o un piede messo in fallo.
Sarà disposta l’autopsia.
Sul posto sono intervenuti anche i carabinieri di San Stino di Livenza e i tecnici dello Spisal, che stanno compiendo gli accertamenti su dinamica e misure di sicurezza. Sul posto anche il medico legale Antonello Cirnelli. L'indagine è coordinata dalla Procura della repubblica di Pordenone.
L’allarme della Cgil
La Cgil di Venezia ritiene «intollerabile l'ennesima morte sul posto di lavoro, già la seconda nel 2023», in relazione alla morte oggi di un operaio caduto da una impalcatura.
«Purtroppo, assieme alla completa ripresa delle attività lavorative dopo le fasi più acute della pandemia, abbiamo visto anche una ripresa degli infortuni e delle morti sul lavoro», sottolinea il sindacato, «Quanto è accaduto a Loncon non deve mai più ripetersi. Venezia è maglia nera della regione per le denunce totali di infortunio, 1402 nel 2022».
Ad individuare le cause ed eventuali responsabilità di questo tragico incidente - dichiara Daniele Giordano, segretario generale della Cgil Venezia - sarà la Procura di Pordenone, «ma non possiamo esimerci dall'affermare - rileva - che non è accettabile morire sul posto di lavoro, soprattutto cadendo da un'impalcatura. Denunciamo da tempo la carenza di personale che determina un sovraccarico di lavoro e un conseguente aumento dei rischi, a cui si aggiunge la carenza di controlli e la sostanziale difficoltà nell'accertare che le misure di sicurezza vengano sempre adottate correttamente. Gli incidenti mortali sul lavoro - conclude Giordano - possono e devono essere evitati».
Pubblicato su Il Mattino di Padova