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La morte della ciclista veneta sotto gli occhi delle compagne di squadra

Il loro racconto: "Un urlo strozzato poi ha smesso di respirare". Probabile embolia, sarà eseguita l’autopsia

SANTA MARIA DI SALA. L’urlo strozzato in gola, e poi più nulla. Solo il suo nome “Chiara”, pronunciato inutilmente dalle compagne, e le voci confuse dei soccorritori.

Chiara Pierobon, 22 anni, se n’è andata così, tra le braccia delle compagne della Top-Girls Fassa Bortolo, che si trovavano nel furgone diretto a Bochum, per la settima prova della Coppa del Mondo di ciclismo. «Eravamo nel furgone della squadra, Chiara dormiva in uno dei sedili posteriori», racconta Asja Paladin che da...

Pubblicato su Il Mattino di Padova