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Il dramma di Caltanissetta: fa arrestare l’ex violento poi si suicida dopo le minacce

Adela Gabriela Lingurar si è tolta la vita nella sua casa a Riesi. Lui, Razvan Birzoi, stava scontando una condanna a 11 anni per violenze

Una spirale di violenza, minacce, ritorsioni, pentimenti e lunghe telefonate, terminata con il suicidio di una donna di 32 anni di origine rumena, Adela Gabriela Lingurar. A ricostruirne i contorni sono i carabinieri di Caltanissetta, che hanno spiegato a La Stampa alcuni particolari scoperti dopo il ritrovamento del corpo senza vita della donna nella sua casa di Riesi, in provincia di Caltanissetta.

La vicenda era iniziata anni prima, con violenze e minacce culminate con una condanna a 11 anni per Razvan Birzoi, 26enne di origine rumena che da qualche tempo stava scontando i domiciliari nella sua casa di San Cono. Sarebbe però stato proprio l’uomo ad avvisare i carabinieri della volontà della donna di suicidarsi. E infatti i carabinieri, arrivati a casa della trentaduenne, l’hanno trovata senza vita, impiccata in casa. Per settimane i due si erano sentiti di nuovo. Telefonate e videochiamate (i tabulati confermano le chiamate in uscita da parte di entrambi) al vaglio della procura di Caltanissetta. Al culmine delle tante chiamate, la donna il 28 giugno è andata dai carabinieri per denunciare nuovamente l’uomo, e il giorno dopo lo ha chiamato, annunciando l’intenzione di uccidersi. A quel punto l’uomo ha chiamato i carabinieri, che sono andati a casa della donna. Ma era troppo tardi.

Alfredo Antoniozzi, vice capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera e membro della commissione antimafia, ha commentato questa drammatica vicenda: «A questa povera ragazza suicida perché vessata da un mostro dobbiamo dare risposte. Innanzitutto capire come sia stato possibile ai domiciliari per il suo aguzzino continuare a perseguitarla e mi auguro che il ministro Nordio voglia fare luce sulla vicenda. È veramente una morte ché fa rabbia e ché poteva essere evitata».

Pubblicato su Il Mattino di Padova