Nessun segno di violenza sul 16enne ripescato nel Brenta. Per la procura è un gesto volontario
L’adolescente che viveva da pochi mesi ad Abano era stato ripescato senza vita nel fiume. Aveva ancora con sé documenti, soldi e telefonino
Due inchieste che saranno presto riunite, una sull’allontanamento volontario che era stata aperta dal pm Andrea Zito e l’altra, senza indagati, per il ritrovamento del corpo di Ivan Yablonska, 16 anni, ripescato morto dalle acque del Brenta. Il sostituto procuratore Andrea Girlando ha ordinato un esame esterno della salma, che comunque, da quanto emerso fino ad ora, non presenta alcun segno sospetto. Il ragazzo aveva con sé i documenti, una carta prepagata, dei soldi, il cellulare, oltre allo zainetto.
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Pubblicato su Il Mattino di Padova