In evidenza
Sezioni
Annunci
Quotidiani NEM
Comuni
  • Home
  •  > Notizie
  •  > Strage di Mestre, guardrail da rimuovere: ultimi accertamenti per risalire alla verità

Strage di Mestre, guardrail da rimuovere: ultimi accertamenti per risalire alla verità

Lo ha stabilito il superconsulente Migliorino. Il legale della famiglia dell’autista: «Nessun malore per Rizzotto»

Il tratto di guardrail coinvolto nella tragedia di Mestre sarà rimosso. Interamente. Da capire il quando ma anche il come.

Trenta metri, e cioè dal punto in cui l’autobus della Linea ha iniziato a sbandare sulla destra fino al punto in cui è precipitato: questo il tratto di metallo arrugginito che dovrà essere preso, rimosso e portato via.

Dove? Non è ancora dato saperlo. Quel che invece si sa è che nella lunga e complessa indagine per risalire alla verità dell’incidente del 3 ottobre scorso, nel corso del quale persero la vita ventuno persone, mancano ancora dei tasselli per accertare le responsabilità. Occorre, al tempo stesso, anche dissequestrare il cavalcavia, dove sono in corso i lavori di manutenzione del Comune.

L’imprevisto, se così si può definire la tragedia che ha sconvolto Mestre, ha rallentato l’intervento. E così ora si passa alla fase successiva dell’inchiesta.

Lo ha stabilito il quarto sopralluogo dell’ingegnere Placido Migliorino, consulente della Procura, nell’indagine per la strage del 3 ottobre.

L’ultimo sopralluogo prima di depositare, a febbraio, i risultati della perizia sul cavalcavia e il guardrail nel tratto dove il bus è precipitato in via della Pila. La decisione di rimuovere il guardrail, interamente, è stata accolta con sorpresa dalle difese e dai consulenti di parte.

Una scelta «inaspettata», così l’hanno definita i legali: solitamente, infatti, in caso di incidenti stradali i pezzi di guardrail vengono fotografati, tagliati, rimossi. A inizio dicembre, infatti, sono state scattate foto e sono state eseguite misurazioni sul pezzo di guardrail, in particolare su un foro del bullone di ancoraggio della barriera ai montanti. Ora si procederà diversamente. Le modalità e tempistiche devono ancora essere decise.

Sempre nell’ultimo sopralluogo, Migliorino aveva indirizzato la propria attenzione sul tratto di guardrail successivo al varco dove il bus si è infilato. Sul cavalcavia ha prelevato un montante e i bulloni che lo collegavano all’onda del tratto successivo al varco. Un prelievo analogo era avvenuto nel precedente sopralluogo e aveva riguardato un tratto diverso di barriera di protezione.

Sono stasi misurati anche dei fori di bulloni di collegamento. Terminati i lavori sopra al cavalcavia, consulenti e periti dovranno anche fornire risposte sul bus precipitato e custodito i all’ex mercato ortofrutticolo di via Torino. Ma risposte si attendono anche dalla relazione finale della perizia sul cellulare di Alberto Rizzotto, l’autista del bus de “La Linea” precipitato, e morto nell’incidente.

Prevista a inizio dicembre, la consegna dei risultati è stata posticipata. «Secondo quanto riferito dai miei consulenti, dall'indagine fatta non sono emersi elementi critici che possano corroborare ipotesi di malore e perdita di controllo del veicolo», così intanto l’avvocato Francesco Stilo, legale difensore della famiglia di Rizzotto.

Dopo due mesi di indagini e consulenze, la pm Laura Cameli ha iscritto nel fascicolo degli indagati una quarta persona, si tratta dell’ingegnere Simone Agrondi, dirigente dei Lavori pubblici del Comune di Venezia che si trova sovraordinato ai due funzionari dell’assessorato già sotto indagine: Roberto Di Bussolo e Alberto Cesaro, rispettivamente responsabili del settore Viabilità e delle Manutenzioni del Comune.

Con loro, è indagato anche l’amministratore delegato della società La Linea, Massimo Fiorese. Nel corso dell’anno, il dirigente dei Lavori pubblici è diventato anche responsabile unico di procedimento del piano di manutenzione straordinaria e messa a norma del cavalcavia, che era iniziato proprio pochi giorni prima della tragedia, per consolidare i pilastri della struttura e sostituire il vecchio guardrail con barriere di ultima generazione e eliminando quel “varco di servizio” previsto negli anni Sessanta e oggi proibito, dentro il quale si è infilato l’autobus.

Pubblicato su Il Mattino di Padova