Arrestato per femminicidio, gip 'vietava alla moglie di uscire'
Il 73enne resta in carcere. Tracce sangue anche su una padella
ROMA, 04 GEN - Resta in carcere Giulio Camilli fermato due giorni fa con l'accusa di aver ucciso la moglie nella loro casa a Sant'Oreste, piccolo comune in provincia di Roma. Il gip ha accolto la richiesta di custodia cautelare in carcere presentata dalla Procura di Tivoli. L'udienza di convalida si è svolta oggi e il pastore 73enne, accusato di omicidio aggravato, si è avvalso della facoltà di non rispondere. La sera dell'1 gennaio Rosa D'Ascenzo è arrivata senza vita al pronto soccorso di Civita Castellana, nel Viterbese, portata in auto dal marito che ha raccontato di una caduta accidentale sulle scale di casa dovuta a un malore. Ma quelle ferite sulla testa e sul corpo, secondo i medici, non potevano essere compatibili con un incidente domestico ed è scattato l'allarme. "Ecchimosi a ridosso delle mani, delle gambe, al tronco e agli arti superiori - scrive il gip - con segni addirittura riconducibili a morsi". Sono state subito avviate indagini dai carabinieri che hanno effettuato un sopralluogo all'interno dell'abitazione della coppia. Gli investigatori hanno isolato tracce di sangue sulla porta di ingresso, su un tubo metallico trovato in cucina, sul frigorifero e anche su una padella che si trovava nel corridoio. Qualche ora più tardi è scattato il decreto di fermo nei confronti del marito, emesso della Procura di Tivoli. Il gip descrive il pastore 73enne come un "uomo dispotico e, a volte, violento" che "viveva in una condizione di totale isolamento dal resto del mondo, litigando spesso con la moglie, cui vietava di uscire di casa". Agli inquirenti non risultano denunce presentate dalla donna in passato alle forze dell'ordine ma in queste prime fasi, sottolinea la Procura, "ferma restando la presunzione d'innocenza, si delinea un grave quadro di violenza domestica culminato nella morte della donna". Le indagini dei carabinieri della compagnia di Bracciano vanno avanti. Sono in corso gli accertamenti medico-legali sul corpo della vittima ed è stata attivata la rete sociale per acquisire tutte le informazioni utili per verificare se vi fossero segnali o fattori di rischio tali da consentire di prevenire il femminicidio. (ANSA).
Pubblicato su Il Mattino di Padova