Sale sul tetto del teatro Momo a Mestre per un sopralluogo, cade e muore
Mattia Dittadi, 44 anni di Oriago, stava effettuando un controllo della copertura in seguito ad alcune infiltrazioni di acqua. Era assieme a due funzionari del Comune
Tragedia a Mestre. Un impresario di 44 anni, Mattia Dittadi di Oriago di Mira, è caduto dal lucernario del teatro Momo mentre eseguiva un sopralluogo con due funzionari del Comune di Venezia, verso le 10.30 di venerdì 5 aprile.
Secondo una prima ricostruzione, l'uomo stava compiendo un'ispezione sul tetto, per verificare alcune infiltrazioni d'acqua. Il lucernario su cui si trovava avrebbe ceduto facendolo precipitare all'interno del teatro. Il volo di quasi dieci metri gli è stato fatale e a nulla è servito il soccorso del Suem 118.
Le indagini sono in capo alla polizia locale, che confina con il teatro comunale, e allo Spisal, giunto sul posto. Un'ampia area attorno al complesso, che si affaccia su uno spazio di verde pubblico, è stata transennata. Sul posto anche la Polizia scientifica che esaminando la scena.
I colleghi sono arrivati alla spicciolata, un dolore composto, il loro. non si capacitano di cosa possa essere accaduto. Nessuno ha voglia di parlare. Sono rimasti in attesa, fino a che la salma non è stata trasportata fuori dal teatro.
Dittadi era un responsabile dell’azienda per la quale lavorava, esperto, meticoloso, benvoluto da tutti.
Terminati i rilievi dello Spisal, una ditta si è messa al lavoro, per riparare la parte ceduta sotto al peso dell’operaio. Le reazioni
Dopo il cordoglio del primo cittadino di Venezia, Luigi Brugnaro, la morte dell’operaio caduto dal tetto del teatro Momo ha scosso anche la Uil, di sede lì vicino. «Un evento da brividi» ha commentato Roberto Toigo, segretario generale della Uil del Veneto, arrivato sul posto. «Questa è una mattanza di cui non si vede la fine» ha proseguito, anticipando che in queste settimane il sindacato stava proprio organizzando una manifestazione sulla sicurezza sul lavoro. «Sorge spontaneo chiedersi: stiamo facendo abbastanza?»
Pubblicato su Il Mattino di Padova