Inghiottiti dalle acque del Brenta: uno cerca di salvare l’altro in difficoltà, annegano entrambi
Ripescato poco prima delle 23 il corpo di Bogdan Stefan Cristoiu, 30 anni di Curtarolo. In mattinata recuperato il corpo del secondo disperso
Una nuova tragedia dell’acqua e del fiume: due persone sono annegate nel Brenta. A perdere la vita due giovani residenti nel padovano: Bogdan Stefan Cristoiu, il cui corpo è stato ripescato dai vigili del fuoco nella tarda serata di domenica 14 luglio e Ramesh Ganegedara, 23 anni di Padova, originario dello Sri Lanka, ritrovato nella tarda mattinata di lunedì 15 luglio. La ricostruzione
Era una giornata di festa, come al solito in tanti hanno cercato un po’ di refrigerio a buon mercato a ridosso del ponte di Curtarolo. Alle 17.30 di domenica 14 luglio Ramesh Ganegedara, si è tuffato in acqua, cercando di recuperare un pallone. Stava giocando con gli amici.
Una volta nel guado pensava di avere il controllo, ma la corrente ha iniziato a portarselo via. Nel frattempo Bogdan Stefan Cristoiu, 30 anni di Curtarolo, lo ha visto in difficoltà e si è precipitato ad aiutarlo. Ha avanzato verso il ragazzo, ma a sua volta si è ritrovato in una situazione critica. Entrambi sono stati risucchiati e sono scomparsi.
Le ricerche febbrili dei corpi non si sono interrotte con il buio. Alle 22:40, i vigili del fuoco sommozzatori hanno individuato e recuperato il corpo di Cristoiu. Lo hanno individuato in un punto di risacca del fiume a quattro metri di profondità. La salma è stata recuperata e messa a disposizione dell’autorità giudiziaria per il riconoscimento. Lunedì 15 luglio intorno alle 11.25 è stato ritrovato anche il corpo del 23enne.
Decine di persone si sono ritrovate sulla sponda del Brenta e si sono messe a fotografare e filmare le ricerche.
Il duplice dramma si consuma a solo un anno di distanza dalla morte di Arbi Hadfi, 27enne di origini tunisine e residente a Tremignon, frazione di Piazzola sul Brenta, che il 10 luglio 2023 dopo essersi tuffato nelle gelide acque del fiume Brenta - sempre a Campo San Martino - era scomparso davanti agli occhi della moglie.
Le testimonianze
Inoka, cingalese, abita a Selvazzano ed è una testimone oculare di quanto accaduto: ecco cosa ha detto a Carlo Bellotto
La donna in realtà pare abbia sbagliato ricostruzione: "Il romeno, da quello che avevamo capito noi, era entrato per recuperare un pallone, che tra l’altro è nostro. Invece, poi abbiamo saputo che si era immerso da subito per salvare quell’uomo in pericolo". Dunque, l’imprudenza di fare il bagno in un fiume così pericoloso – e con il divieto di balneazione – più che il recupero di un pallone, che pure c’era.
Non è la prima volta, che avvengono situazioni analoghe nella spiaggetta: «Ormai è diventata la spiaggetta della morte – spiega il consigliere regionale Luciano Sandonà, presente sul posto – sono stati diversi i morti negli anni scorsi, c’è anche il divieto di balneazione. Il Brenta è un fiume molto infido e in questo tratto ci sono delle buche ed è pericolosissimo fare il bagno. Credo che nei prossimi giorni vadano presi dei provvedimenti drastici».
«Erano circa le 17.30 quando mi sono accorto di una persona che si è tuffata nel Brenta per andare a recuperare un pallone» racconta Carlo, trent'anni residente a Padova testimone della tragedia. «Sembrava anche abbastanza tranquillo, ma solo successivamente ho capito che cercava una persona che pochi istanti prima era scomparsa tra le acque del fiume. Improvvisamente, dopo alcune bracciate per tentare di guadagnare la riva è scomparso sotto i miei occhi inghiottito dal fiume: una scena straziante che non potrò mai dimenticare. La piccola spiaggia che si trova sotto il ponte era stipata di persone, soprattutto stranieri». Le immagini scattate sulla spiaggetta
Le foto di Nicola Piran dalla spiaggetta sul Brenta dove i due giovani sono stati inghiottiti dalle acque
Pubblicato su Il Mattino di Padova