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Omicidio di Abano, il marito di Nicoleta a processo davanti alla Corte d’Assise

Erik Zorzi, 42 anni, è accusato di omicidio volontario pluriaggravato nei confronti della moglie Nicoleta Rotaru, 39enne di origine moldava

Sarà processato davanti alla Corte d'assise di Padova il prossimo 14 novembre Erik Zorzi, il 42enne di Abano, accusato di omicidio volontario pluriaggravato nei confronti della moglie Nicoleta Rotaru, 39enne di origine moldava. Lo ha deciso martedì 17 settembre il gup padovano Elena Lazzarin, accogliendo la richiesta di rinvio a giudizio formulata dal pm Maria D'Arpa.

Il camionista (disoccupato da mesi e con problemi di tossicodipendenza) è in carcere dallo scorso marzo: a difenderlo l'avvocata Silvia Masiero. All'alba del 2 agosto del 2023 aveva chiamato i carabinieri perché la donna - con cui ancora conviveva nonostante l'imminente separazione chiesta da lei - risultava chiusa in bagno e non rispondeva da ore.

Erano arrivati i vigili del fuoco che, aperta la porta, avevano trovato la 39enne con una cintura stretta attorno al collo, accovacciata sul piatto della doccia.

L'ipotesi iniziale era quella di un suicidio, confermato anche da un primo esame dei medici legali intervenuti sul posto e dall'autopsia. Tuttavia, grazie alle sollecitazioni dei legali di parte civile (l'avvocato Roberta Cerchiaro con la collaboratrice di studio Tatiana Vija che tutelano i familiari di Nicoleta) viene smascherato il depistaggio e il 21 marzo scorso scatta un'ordinanza di custodia cautelare in carcere per il marito accusato di aver strangolato nel letto la consorte e di averla trascinata in bagno simulando il gesto estremo.

«Mio papà era geloso e mia mamma non poteva fare praticamente niente, neanche quasi lavorare», aveva ammesso una delle figlie durante il colloquio con la psicologa ordinato dalla procura durante l'indagine.

Entrambe le figlie, che dopo la tragedia erano andate a vivere con il papà, sarebbero state maltrattate con la mamma.

Come emerge da altri file audio registrati da Nicoleta, il 19 giugno 2022 il padre si era rivolto a una di loro dicendo «Ti schiaccio come un insetto» e il 13 gennaio 2023 aveva impedito alla maggiore di continuare a studiare, vietando di farlo dopo le 20.

Pubblicato su Il Mattino di Padova