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Omicidio di Forcellini, condannati a 18 anni i fratelli Rakipaj

La tragedia nel luglio 2023. Accusati di omicidio volontario nei confronti di un connazionale, duplice tentato omicidio nei confronti di altri due e porto in luogo pubblico di armi bianche

Condannati a 18 anni di carcere i fratelli di origine albanese Ilmi e Klinton Rakipaj, 24 e 19 anni, detenuti rispettivamente nel carcere di Rovigo e di Vicenza, accusati di omicidio volontario nei confronti di un connazionale, duplice tentato omicidio nei confronti di altri due rimasti gravemente feriti e porto in luogo pubblico di armi bianche.

Caduta l’aggravante dei futili motivi. La tragedia era avvenuta a Padova nel cortile di un condominio nel quartiere Forcellini.

Al termine di un giudizio abbreviato, che per legge prevede lo sconto di un terzo della pena, la sentenza è stata pronunciata dal gup padovano Elena Lazzarin.

Gli imputati erano difesi dal penalista veneziano Stefano Marrone. La pubblica accusa, il pm Claudia Brunino, aveva chiesto vent’anni.

I due dovranno anche pagare un risarcimento di 300.000 euro a testa ai due feriti (tutelati dal penalista vicentino Cesare Dal Maso ) e di 250.000 euro a ciascuno dei genitori della vittima (assistiti dall’avvocato Martin).

Entro 90 giorni saranno disponibili le motivazioni della sentenza. Respinta la concessione degli arresti domiciliari sollecitata dalla difesa.

I fatti risalgono al 23 luglio 2023. Teatro del dramma l'androne del condominio in via Dorighello 8 a Forcellini, dove vivevano i Rakipaj.

Nel primo pomeriggio, era una domenica, si era presentato l'ex coinquilino Albert Deda, 24 anni. Insieme a un amico aveva accompagnato un connazionale arrivato in Italia il giorno precedente. Ai fratelli Rakipaj aveva chiesto ospitalità per quest’ultimo, ma si era sentito rispondere con un secco "no". Gli animi si erano scaldati in fretta. I due sopravvissuti diranno agli inquirenti che Ilmi avrebbe colpito con una testata Deda.

A quel punto i tre erano scesi in strada e, mentre il nuovo arrivato per cui si chiedeva ospitalità si era allontanato, era arrivato un altro connazionale che, con Deda e l'altro amico, erano entrati nell'androne con l'intenzione di reiterare la richiesta di ospitalità. I fratelli Rakipaj, però, stando al racconto dei feriti accolto dalla pubblica accusa, li attendevano armati di coltelli.

La difesa degli imputati ha sempre sostenuto che siano stati loro a subire l'aggressione da parte del terzetto. A terra erano rimasti Deda, trafitto da una coltellata mortale al petto, e i due suoi amici feriti con diverse coltellate.

I fratelli Rakipaj, saliti a bordo della loro auto diretti verso la Slovenia, erano stati fermati nella stessa serata a una ventina di chilometri prima del confine, in Friuli Venezia Giulia.

Pubblicato su Il Mattino di Padova