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Chiese in Provincia di Rovigo - città di : Chiesa di San Barnaba Apostolo
Chiesa di San Barnaba Apostolo
Dettagli
La chiesa di San Barnaba Apostolo sorge in Saguedo, lungo la Strada Comunale, sulla quale affaccia, preceduta da un sagrato poco profondo, cui si accede da una scalinata a tre rampe. La facciata neoclassica a vento è coronata da un frontone triangolare, con cornice a dentelli, sormontato da statue di Santi. Al centro del timpano si inserisce un piccolo rosone circolare. La facciata è rinserrata ai lati da lesene binate corinzie, su alti basamenti, tra le quali si aprono nicchie con frontoni triangolari e si inseriscono specchi rettangolari a decoro. Al di sopra delle lesene corre una trabeazione in leggero aggetto. Al centro si apre l'unico portale, rettangolare, con frontone curvilineo. Tra le lesene centrali si trova, all'interno di una cornice, una lastra in marmo con la dedicazione della chiesa. Ai fronti laterali, in mattoni a vista, si addossano, leggermente arretrati rispetto alla facciata e a questa raccordati tramite rampanti curvilinei, due volumi poligonali, decorati con cornici in cotto a vista, e i bassi volumi delle cappelle votive, senza soluzione di continuità. Nei fronti si aprono tre finestroni rettangolari, per lato. Sul retro l'abside semicircolare presenta due finestroni rettangolari, ai lati.
Pianta
Schema planimetrico basilicale, a unica navata, coperta da volta a specchio, forata dalle profonde unghie dei finestroni. Verso la navata, tra lesene corinzie, si aprono con archi a tutto sesto le cappelle votive, poco profonde, a pianta rettangolare, voltate a botte. Al di sopra delle lesene corre una trabeazione con cornice a dentelli in aggetto, lungo la navata, nel presbiterio e abside. Il presbiterio, rialzato di due gradini in marmo rosso sul piano della chiesa, si apre verso la navata con un arco a tutto sesto, su pilastri murali, con lesene corinzie addossate. Tra le lesene si aprono nicchie che accolgono statue di Santi. A pianta quadrata è coperto da volta a crociera. L'abside semicircolare è coperta da volta a catino.
Coperture
Tetto a falde con manto in coppi.
Pavimenti e pavimentazioni
Pavimenti in lastre quadrate di marmo, rosso e bianco, poste a scacchiera.
Elementi decorativi
Le volte della navata e del presbiterio sono affrescate a soggetti religiosi.
Impianto strutturale
Strutture verticali in muratura di mattoni a vista portante.
XV - 1564 (preesistenze intorno)
Secondo un'antica tradizione orale la primitiva chiesetta di S. Barnaba a Saguedo, sottoposta fin dal XII secolo alla giurisdizione dell'Abbazia della Vangadizza, sarebbe rimasta sommersa, assieme al campanile, a seguito di uno spaventoso cataclisma tellurico. Ricostruita in altro sito, fu riconosciuta parrocchia nel 1556 e nel 1564 fu visitata dal vescovo di Adria mons. Giulio Canani, che la trovò dotata di cinque modesti altari di legno dedicati a S. Barnaba, alla Madonna, a S. Lucia, a S. Giuliano e ai SS. Cosma e Damiano.
1567 - 1592 (costruzione intorno)
Dal 1567 troviamo parroco a Saguedo don Faccino Rizzi, che promosse sul finire del secolo la ricostruzione della sua chiesa sul luogo in cui sorge quella attuale. Orientata da sud a nord, dotata anche di battistero, disponeva di tre altari. Fu visitata dal vescovo Laureti nel 1592, che annotò nella sua relazione la presenza di due cappelle laterali, del fonte battesimale, del campanile e di tre altari, gli altri due rilevati nella precedente visita erano stati rimossi.
1618 - 1632 (rifacimento intorno)
Nel ricco archivio, tuttora conservato presso la parrocchia, sono documentate tutte le spese sostenute per pagare i diversi artigiani (muratori, intagliatori, doratori, scalpellini, etc..) impegnati nella sistemazione della chiesa nel periodo 1618-1632.
1789 - 1794 (costruzione intero bene)
Con la soppressione del monastero della Vangadizza, decretata dal Senato Veneto nel 1789, la chiesa nel 1792 passò sotto la giurisdizione del vescovo di Adria. Nel frattempo (1789-1794), come ricorda l'iscrizione sulla facciata "E FUNDAMENTIS EXERCITATA", il tempio col contributo della popolazione e l'intervento dell'architetto lendinarese don Giacomo Baccari fu costruito ex novo. A navata unica con profonda abside, fu dotato di cinque altari, ricordati nella visita pastorale del vescovo Speroni (1793): maggiore, Natività di M.V., B.V. del Rosario, S. Barnaba e S. Antonio di Padova. Anche le spese di questa ricostruzione sono ben documentate nei libri di conti conservati presso l'archivio parrocchiale.
1868 - 1927 (completamento intero bene)
Dalla Nota degli arredi sacri, redatta dal parroco nel 1868, risulta che la chiesa aveva sette altari in marmo, sacrestia e campanile. Nel 1927 si tenne la solenne cerimonia di consacrazione alla presenza del vescovo di Adria mons. Anselmo Rizzi