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Chiese in Provincia di Rovigo - città di : Chiesa di Sant'Antonino Martire

Chiesa di Sant'Antonino Martire
S. Antonino martire

ROVIGO
P.zza San Valentino 93 - Salvaterra, Badia Polesine (RO)
Culto: Cattolico
Diocesi: Adria - Rovigo
Tipologia: chiesa
La Chiesa di San'Antonino Martire sorge a Salvaterra, all'interno del centro abitato, con orientamento Est-Ovest, preceduta da un ampio sagrato. La facciata, neoclassica, è a vento, coronata da un frontone triangolare, con cornice a dentelli. Al centro del timpano si apre un piccolo rosone circolare con motivo a stella in marmo. Al colmo e a i lati dei rampanti si elevano statue di angeli e di Sant'Antonino. la facciata è tripartita e rinserrata agli angoli da lesene doriche su alti... Leggi tutto
Fonte: BeWeB - Beni Ecclesiastici in Web

Dettagli

La Chiesa di San'Antonino Martire sorge a Salvaterra, all'interno del centro abitato, con orientamento Est-Ovest, preceduta da un ampio sagrato. La facciata, neoclassica, è a vento, coronata da un frontone triangolare, con cornice a dentelli. Al centro del timpano si apre un piccolo rosone circolare con motivo a stella in marmo. Al colmo e a i lati dei rampanti si elevano statue di angeli e di Sant'Antonino. la facciata è tripartita e rinserrata agli angoli da lesene doriche su alti basamenti. Tra le lesene si trovano due nicchie a tutto sesto che accolgono le statue in pietra della Madonna con Bambino e San Giuseppe. Al di sopra delle nicchie si trovano cornici modanate quadrate. Al centro si apre il portale festivo, a luce rettangolare, con stipiti in marmo, sormontato da un frontone triangolare, interrotto, con cornice a dentelli. Al di sopra del portale un finestrone a lunetta, ora tamponato. I fronti delle cappelle laterali si raccordano alla facciata con rampanti curvilinei a volute. I fronti sono rinserrati da lesene decorate a bugnato. Al centro si aprono i bassi portali feriali, sormontati da nicchie a lunetta. Nei fronti laterali si aprono tre ampi finestroni a lunetta, per lato, nei fronti delle cappelle finestroni rettangolari. Sul retro il presbiterio presenta un finestrone a lunetta per lato. La torre campanaria, in mattoni a vista, si eleva e addossa a sinistra del presbiterio. A pianta quadrata, senza soluzione di continuità, termina con una cella, aperta sui lati da monofore a tutto sesto, coperta da tetto piano chiuso da balaustra.

Pianta

Schema planimetrico basilicale, a unica navata, coperta da volta a schifo, forata dalle profonde unghie dei finestroni del claristerio. Le pareti della navata sono scandite da alte lesene ioniche, al di sopra delle quali corre una cornice modanata in leggero aggetto, lungo la navata e nel presbiterio. Una cornice corre anche al di sotto dell'imposta della volta. In fondo alla navata, nelle pareti si aprono, con archi a tutto sesto, due cappelle votive, a pianta rettangolare, voltate a botte. Il presbiterio, rialzato di due gradini in marmo sul piano dela chiesa, si apre sull'aula con un arco a tutto sesto. A pianta rettangolare, a tre campate, è voltato a botte in corrispondenza della prima e terza campata, mentre la seconda è coperta da volta a cupola ribassata, con specchio di volta ottagonale.

Coperture

Tetto a falde con manto in coppi.

Pavimenti e pavimentazioni

Pavimenti in lastre quadrate di marmo bianco e rosso.

Elementi decorativi

Le volte e le vele sono dipinte a soggetti religiosi e gli specchi delle lesene a grottesche.

Impianto strutturale

Strutture verticali in muratura di mattoni portante.

1123 - 1196 (preesistenze nucleo centrale)

"villam que dicitur Salvaterra cum ecclesia S. Antonini et possessiones" è tra i beni che papa Callisto II conferma all'Abbazia della Vangadizza con bolla propria il 6 marzo 1123. Per tutto il sec. XIII inoltre i documenti si susseguono, a scadenza fissa, per il rinnovo delle concessioni livellarie.

XV - 1578 (preesistenze intero bene)

Agli inizi del 1400 vi sono segni evidenti di una parrocchia già avviata e compaiono i primi nomi dei rettori. Importanti sono gli atti delle visite pastorali del vescovo Giulio Canani: una prima nel 1564 ed una seconda nel 1578. Nel verbale della prima è descritta una chiesa con due altari e il battistero, è presente anche la Confraternita del SS.mo. Nel verbale della seconda è citato un terzo altare dedicato a S. Antonino.

XVII - 1714 (rifacimento intero bene)

Un'iscrizione commemorativa, murata nella chiesa, ci ricorda che i lavori di rifacimento della chiesa terminarono nel 1686, grazie al significativo contributo dei fedeli ed al sostegno del card. Pietro Ottoboni, abate commendatario della Vangadizza, che sarà eletto papa col nome di Alessandro VIII. La facciata con le statue fu completata invece nel 1708. Determinante fu il ruolo svolto nelle diverse fasi della ricostruzione dall'arciprete don Antonio Lorenzoni, parroco per cinquant'anni, che seppe investire generosamente i beni della sua nobile famiglia, divenendo proprietario anche del grande palazzo adiacente alla chiesa.

XVIII - 1793 (completamento intero bene)

Durante il sec. XVIII la chiesa fu arricchita da alcuni nuovi altari marmorei, opera di maestranze venete e che sono citati nella relazione della visita pastorale (1793) di mons. Speroni, vescovo della diocesi di Adria, sotto la cui giurisdizione ecclesiastica era passata la chiesa di S. Antonino a seguito della soppressione della Vangadizza. Nel 1793 gli altari risultano essere cinque e così intitolati: a S. Antonino, alla B.V. del Rosario (1689), a S. Antonio da Padova (1607), al Crocefisso, a S. Valentino (1736).

1900 - 1951 (restauro intero bene)

Un ciclo di dipinti murali è stato realizzato agli inizi del secolo da Anselmo Baldissera, per decorare la cupola e le pareti del presbiterio oltrechè il soffitto della navata. Nel 1925 fu inaugurata dal vescovo Rizzi la nuova torre campanaria, abbattuta nel 1922 da un fulmine. Il 1928, come ricorda la lapide, fu l'anno di un restauro generale, poichè l'edificio era stato prima colpito da un fulmine come il campanile (1922) e poi lesionato dal terremoto (1928). Nel 1951 infine la chiesa fu consacrata con solenne cerimonia dal vescovo mons. Mazzocco.

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