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Chiese in Provincia di Rovigo - città di Lendinara: Chiesa di San Biagio Vescovo e Martire
Chiesa di San Biagio Vescovo e Martire
Dettagli
La chiesa di San Biagio Vescovo e Martire sorge in Lendinara, con orientamento Est-Ovest. La facciata neoclassica presenta un monumentale pronao aggettante, con frontone triangolare su quattro colonne ioniche. Il frontone è decorato con cornice a dentelli e coronato da statue di Santi. Dietro al protiro si eleva la facciata a vento, rettangolare, percorsa da lesene a tutta altezza e arcate cieche, sui lati. Nella facciata si aprono tre portali rettangolari con cornici modanate. Ai fronti laterali si addossano i bassi volumi delle cappelle votive e delle navate minori, in mattoni a vista, senza soluzione di continuità. Tre finestroni rettangolari, nella parte alta e a sesto ribassato, in quella bassa, si aprono nei fronti laterali. La torre campanaria si addossa sul lato sinistro, in continuità con la facciata e presenta un accesso indipendente sul fronte strada.
Pianta
Schema planimetrico basilicale, a tre navate, separate da colonne binate corinzie, su alti basamenti. Al di sopra delle colonne corre una trabeazione neoclassica, con cornice a dentelli, lungo la navata, nel presbiterio e abside. La volta della navata maggiore è scandita in tre campate da archi a tutto sesto binati ed è forata dalle profonde unghie dei finestroni. Le navate minori sono coperte da soffitti piani. Tra le semicolonne che scandiscono le pareti delle navate minori si aprono, con archi a tutto sesto, le cappelle votive, voltate a botte. La campata centrale del transetto è coperta da cupola, su pennacchi sferici, sostenuta da pilastri posti in diagonale, rinserrati da semicolonne corinzie, tra le quali si aprono nicchie a tutto sesto. Il presbiterio, rialzato di quattro gradini, in marmo, sul piano della chiesa, si apre verso la navata con un arco a tutto sesto. A unica campata rettangolare è coperto da volta a botte, forata dalle unghie dei finestroni. L'abside semicircolare è coperta da volta a catino e nella parete di fondo, ai lati dell'altare maggiore, si aprono due piccole cappelle laterali.
Coperture
Tetto a falde con manto in coppi.
Pavimenti e pavimentazioni
Pavimento in lastre quadrate di marmo, rosa e bianche.
Impianto strutturale
Strutture verticali in muratura di mattoni portante.
XIII - 1473 (preesistenze intorno)
Fin dal 1200 si hanno notizie circa la presenza a Lendinara di un oratorio dedicato a S. Biagio con annesso convento, che gli gli Umiliati abbandonarono nel corso del XV secolo. Dopo la temporanea reggenza di un sacerdote secolare, nel 1473 chiesa e convento passarono ai frati Gerolimini o Fiesolani.
1506 - 1531 (rifacimento intorno)
Le nuove esigenze, derivate dal progressivo aumento della popolazione e probabilmente il nuovo prestigio della chiesa spinsero i Gerolimini ad ingrandire l'edificio, che fu completato nel 1529 e consacrato, come ricorda l'iscrizione sul portale, nel 1531. Si trattava di una fabbrica bella e spaziosa con tredici altari, di cui otto entro piccole cappelle, quattro per parte, dipinte da un valido artista locale: Alfonso Aldiverti, come ci ha tramandato nella sua cronaca lendinarese Francesco Malmignati (1652)
1612 - 1690 (costruzione campanile)
Nel 1612 il padre guardiano Benedetto Griffi fece demolire il campanile della chiesa con l'intento di ricostruirlo in forma più grandiosa. Il progetto si realizzerà solo parecchi anni più tardi, infatti i lavori furono ripresi nel 1647 per iniziativa dei parrocchiani e dei massari delle confraternite laiche. La nuova torre campanaria, tuttora esistente, è visibile molto bene nella mappa del perito Gaspare Mazzante (1690).
1670 - 1770 (passaggio di proprietà intorno)
I frati minori Osservanti, detti "zoccolanti", con approvazione del vescovo di Adria, entrarono in possesso nel gennaio 1670 della chiesa e del convento di S. Biagio, che ressero fino al 1769, anno in cui la loro congregazione fu soppressa e successivamente l'intero complesso venne acquistato dai nobili Minio, che ne divennero giuspatroni.
1803 - 1884 (ricostruzione intero bene)
Lo stato di degrado della chiesa, divenuta arcipretale nel 1786, era tale da richiedere una vera e propria opera di ricostruzione, di cui si fece carico l'architetto lendinarese don Giacomo Baccari che, presentato il progetto alla prestigiosa Accademia Clementina di Bologna ed ottenuta l'autorizzazione dei giuspatroni Minio, diede il via ai lavori di rifacimento del tempio. Morto Baccari nel 1822 i lavori vennero sospesi, per riprendere nel 1829 su iniziativa del parroco don Marco Bosio e proseguire durante tutto il secolo XIX. La nuova chiesa fu consacrata il 25 ottobre 1884 dal vescovo Antonio Polin.
1900 - 1923 (completamento intero bene)
Nel corso del sec. XX sono continuati interventi di completamento e decoro della chiesa: l'altare dedicato a S. Antonio, le vetrate istoriate della ditta Maffioli di Venezia, il coro ligneo dell'intagliatore Giacomo Businari di Padova, l'organo della ditta Malvestio di Padova, etc..
1980 - 1989 (restauro intero bene)
Sostenuta dalla Parrocchia e curata dalla Soprintendenza ai beni architettonici di Verona, competente per territorio, negli anni 1980-1989 è stata realizzata un'importante operazione di restauro all'interno della chiesa di S. Biagio.