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Chiese in Provincia di Rovigo - città di Lendinara: Chiesa di Santa Sofia

Chiesa di Santa Sofia

ROVIGO / LENDINARA
P.zza Duomo 4 - Lendinara (RO)
Culto: Cattolico
Diocesi: Adria - Rovigo
Tipologia: chiesa
La chiesa di Santa Sofia sorge in Lendinara, lungo la Strada Comunale, sulla quale affaccia, con orientamento Est-Ovest, preceduta da un sagrato semicircolare. La monumentale facciata settecentesca, a vento, si sviluppa su due ordini sovrapposti, scanditi da semicolonne, ioniche inferiori e corinzie superiori, separati da una trabeazione spezzata in aggetto. La parte centrale superiore della facciata è coronata da un frontone triangolare, spezzato, con cornice a dentelli che prosegue, ai... Leggi tutto
Fonte: BeWeB - Beni Ecclesiastici in Web

Dettagli

La chiesa di Santa Sofia sorge in Lendinara, lungo la Strada Comunale, sulla quale affaccia, con orientamento Est-Ovest, preceduta da un sagrato semicircolare. La monumentale facciata settecentesca, a vento, si sviluppa su due ordini sovrapposti, scanditi da semicolonne, ioniche inferiori e corinzie superiori, separati da una trabeazione spezzata in aggetto. La parte centrale superiore della facciata è coronata da un frontone triangolare, spezzato, con cornice a dentelli che prosegue, ai lati, al di sopra degli attici. Questi ultimi e i rampanti del frontone sono sormontati da statue in pietra. Al centro del timpano si inserisce un rosone cieco circolare. L'ordine superiore si raccorda, ai lati, a quello inferiore tramite rampanti curvilinei a volute. La facciata si raccorda ai volumi retrostanti delle navate minori con pareti oblique, chiuse da semicolonne corinzie. Al centro e ai lati si aprono i portali, rettangolari, sormontati da frontoni curvilinei, ai lati e triangolare al centro. Nella parte superiore della facciata si apre un finestrone rettangolare, con cornice in marmo, sormontato da frontone curvilineo. I fronti laterali, in mattoni a vista, sono forati da tre finestroni a lunetta, nella parte inferiore e rettangolari in quella superiore. Sul retro l'abside semicircolare presenta due finestroni rettangolari, ai lati.

Pianta

Schema planimetrico basilicale, a tre navate, separate da alti pilastri rettangolari con lesene corinzie binate, che sorreggono una trabeazione spezzata in aggetto, lungo la navata. La navata è coperta da volta a botte, scandita in tre campate da archi trasversali, binati, a tutto sesto. La volta è forata dalle unghie dei finestroni del claristerio. Le navate laterali, poco profonde, sono coperte da soffitti piani, alternati a volte a botte, in corrispondenza dei pilastri. La campata centrale del transetto è coperta da una cupola su pennacchi. Il presbiterio, rialzato di due gradini, in marmo, sul piano della chiesa, a pianta rettangolare, a unica campata, è coperto da volta a botte. L'abside semicircolare è coperta da volta a catino.

Coperture

Tetto a falde con manto in coppi.

Pavimenti e pavimentazioni

Pavimenti in lastre di marmo giallo.

Elementi decorativi

Le volte sono dipinte a soggetti religiosi.

Impianto strutturale

Strutture in muratura di mattoni a vista portante.

1070 - 1556 (preesistenze intorno)

L'antico oratorio di S. Sofia, secondo la tradizione, sarebbe sorto sulle rovine di un tempio pagano nel 1070, per iniziativa di un appartenente alla nobile famiglia dei Lendinara: Alberico Cattaneo. Nella visita pastorale del vicario generale Ferretto (1536) è descritta una chiesa con cinque altari dedicati rispettivamente: al Corpo di Cristo, a S. Antonio Abate, a S. Giovanni Evangelista, ai SS. Filippo e Jacopo, a S. Maria Maddalena. Il card. Carlo Caraffa riconobbe nel 1556 ai nobili Molin il diritto di giuspatronato sulla chiesa.

1604 - 1736 (rifacimento intorno)

All'inizio del secolo successivo (cfr. visita pastorale di mons. Flavio Peroto del 1604) l'edificio ha subito un evidente rifacimento, presenta infatti un'ampia navata centrale e due laterali di modeste proporzioni, l'altare maggiore orientato a levante, otto cappelle e nove altari, il campanile a nord presso la canonica. Così sarà anche raffigurato nella pianta di Lendinara di G. Mazzante (1690). Le cronache ci informano inoltre del fatto che, alla fine del sec. XVII, versava in un grave stato d'incuria, protrattosi a lungo, tanto che la Confraternita del SS.mo Sacramento pensò d'intervenire nel 1736.

1760 - 1792 (ricostruzione intero bene)

Tuttavia nel 1760 la chiesa si trovava ancora in precarie condizioni, si decise quindi di avviare l'intervento sull'intero fabbricato in concomitanza con la ristrutturazione della cappella intitolata a S. Vincenzo Ferreri, voluta dal nob. Emilio Gherardini. L'incarico del progetto complessivo, che prevedeva tra l'altro l'ampliamento dell'edificio, fu affidato all'architetto Angelo Santini. La realizzazione dell'opera avvenne col sostegno economico dei parrocchiani e nel 1767 si costituì un comitato col compito di gestire le offerte. La Cronaca Lendinarese (1760-1806) di Vincenzo Boraso ci informa dettagliatamente sulle diverse fasi della ricostruzione. Venne acquisito il terreno dell'adiacente cimitero per permettere l'ampliamento dell'edificio. Tra il 1777-1780 si mise mano anche alla nuova facciata, secondo il progetto di P. Francesco Antonio Baccari dell'ordine dei Lazzaristi. Il Duomo fu consacrato con solenne cerimonia dal vescovo di Adria Arnaldo Speroni nel 1792.

1797 - 1857 (costruzione campanile)

Mentre all'interno della chiesa proseguivano gli interventi decorativi: il pittore veronese Giorgio Anselmi completerà gli affreschi della cupola e del catino absidale nel 1796, prese il via l'erezione della torre campanaria, anche questa secondo un progetto di padre Baccari, divenuto socio onorario della celebre Accademia Clementina di Bologna. I lavori per il campanile procedettero, non senza problemi, fino al 1857.

1910 - 1910 (completamento intero bene)

Agli inizi del '900, su progetto dell'architetto veneziano Domenico Rupolo, venne sostituito l'attico della facciata con un frontone arricchito da statue e la chiesa assunse finalmente l'aspetto attuale.

1941 - 1941 (restauro intero bene)

Nel 1941 è stata realizzata la sistemazione delle coperture e del fianco nord della navata centrale, ormai compromessi dal tempo.

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