Addio Omar Monestier, l’interprete delle comunità
Il piglio dell’ex direttore del Mattino di Padova: le intemerate del mattino, il nomignolo, il lessico senza eccessi e le battaglie civile. Un ricordo indelebile
PADOVA. Era una primavera di acquazzoni quella del 2000 e Fabio Barbieri, il brillante direttore tornato all’ovile veneto, volle come vice il figlio di un temporale. Trentenne, allampanato, lo sguardo da furetto: Omar Monestier. L’accoglienza? Un po’ spocchiosa, diciamo così.
I media sono popolati da primedonne non da cherubini e al refrain polemico – È bellunese, lavorava a Trento, c’era bisogno di pescare un vicedirettore foresto? – si abbina presto un nomignolo. Lui non batte ciglio, sfodera un sorrisetto birbone e...
Pubblicato su Il Mattino di Padova