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Naufragio migranti, avvistato un altro cadavere ma buio e mare agitato impediscono il recupero: le vittime salgono a 68. Domani Mattarella e Schlein a Crotone. Guardia costiera: “Non c’era situazione di pericolo”. Lollobrigida: “Necessario chiarire”

Morta anche la capitana della nazionale pakistana di hockey Shahida Raza. Camera ardente al Palasport. I due scafisti fermati restano in carcere per «pericolo di reiterazione del reato»

CROTONE. Salgono a 68 le vittime del naufragio dei migranti sulla spiaggia di Steccato di Cutro (Crotone): almeno 180 le persone che erano a bordo della barca che si è disintegrata. Le salme identificate al momento sono una minoranza: 28, di cui 25 afghani, 1 pakistano, un palestinese e un siriano.

La camera ardente è stata aperta in un'atmosfera di grande commozione e cordoglio dalla preghiera interreligiosa guidata dall'iman della moschea di Cutro, Mustafa Achik, e dal vescovo di Crotone, Angelo Raffaele Panzetta. C'è già tanta gente che è arrivata da tutta la Calabria. Presenti tutti i 27 sindaci del crotonese e gli amministratori locali. Domani anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e la neo segretaria del Pd Elly Schlein saranno a Crotone.

Sulla tragedia in mare, interviene la premier Giorgia Meloni: «È fondamentale e urgente adottare da subito iniziative concrete, forti e innovative per contrastare e disincentivare le partenze illegali, ricorrendo anche a urgenti stanziamenti finanziari straordinari per i Paesi di origine e transito affinché collaborino attivamente. Non punto ad annullare la migrazione, ma a stroncare la tratta illegale».

Intanto non si fermano le polemiche sul ministro Matteo Piantedosi, le cui parole sui migranti «sono di un cinismo incredibile», accusa Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia. «Se non ci fossero stati più governi che hanno additato le Ong come i tassisti del mare in combutta con i criminali, magari qualche nave delle Ong lì nello Jonio ci sarebbe stata e queste persone sarebbero state salvate».

Sui soccorsi, «nessuno ha mai dichiarato un evento Sar per questo barcone e quindi non è mai partita un'operazione di ricerca e soccorso», dice procuratore di Crotone Giuseppe Capoccia. «Non vedo emergere un'ipotesi di reato di questo genere, però mi sento di dire che il ruolo di Frontex andrebbe proprio ripensato». Secondo il ministro dell’Interno Frontex «non aveva segnalato situazioni pericolose evidenziando una sola persona sopra coperta e altre sotto coperta e una buona galleggiabilità».

Gli aggiornamenti ora per ora

20.45 – Guardia Costiera: non c'era situazione di pericolo 

Il naufragio avvenuto in Calabria, è «una tragedia non prevedibile alla luce delle informazioni che pervenivano». Lo ha detto il portavoce della Guardia Costiera Cosimo Nicastro a 5 minuti di Bruno Vespa. Contriaramente a quanto dichiarato dal capitano della Guardia Costiera di Crotone («C’erano le condizioni per salvarli»), Nicastro ha spiegato: «Gli elementi di cui eravamo a conoscenza noi e la Guardia di Finanza - ha aggiunto - non facevano presupporre che ci fosse una situazione di pericolo per gli occupanti. Non erano arrivate segnalazioni telefoniche né da bordo né dai familiari. E allo stesso tempo la barca, partita 4 giorni prima dalla Turchia, non aveva riportato alcuna informazione alle altre omologhe organizzazioni di guardia costiera che ha attraversato».

20.30 – Centro coordinamento soccorso in mare di Roma “indicò distress di una barca”

Più di sedici ore prima che il velivolo Eagle di Frontex intercettasse il barcone con 200 migranti poi naufragato al largo di Crotone, un «dispaccio generico di allerta distress» relativo a una imbarcazione era stato lanciato dal Centro per il coordinamento del soccorso in mare di Roma (Mrcc). Il dispaccio, pubblicato il 26 febbraio dal giornalista di Radio Radicale Sergio Scandura, avvertiva in ben quattro invii sia il 24 febbraio sia il 25 febbraio che una «stazione radio italiana ha ricevuto un mayday circa una barca in potenziale distress», non ne recava le coordinate e invitava «tutte le navi in transito nel mar Jonio» a tenere sott'occhio l'area e a «riferire qualsiasi avvistamento o comunicazione» al Centro.

20.00 – Pd, domani Schlein alla camera ardente

«La segretaria del Pd Elly Schlein domani sarà a Crotone, insieme a una delegazione di parlamentari dem, per rendere omaggio alle vittime del naufragio avvenuto domenica scorsa, nel quale hanno perso la vita 68 persone. Schlein si recherà al PalaMilone, dove è stata allestita la camera ardente. Non rilascerà dichiarazioni alla stampa». Lo comunica in una nota il Partito democratico.

19.50 – Washington Post: le bare nel Palasport e le versioni contrastanti sui soccorsi

Le bare, in legno scuro per gli adulti e bianche per i bambini, riempiono il Palasport di Crotone, tra il dolore e il pianto dei sopravvissuti e dei parenti arrivati dall'estero. Il Washington Post racconta il naufragio di domenica a Steccato di Cutro ed entra nella camera ardente dove sulle bare di ognuna delle vittime - oltre la metà delle quali non identificata - c'è una corona di fiori o, su quelle dei bambini, giocattoli e peluche. Il lutto si accompagna, scrive il quotidiano americano, a resoconti «contrastanti o non completamente sincronizzati da parte delle autorità su quello che si sapeva dell'imbarcazione nelle ultime ore di viaggio prima del naufragio».

19.40 – Sindacato Fsp Polizia: delegazione con fiori alla camera ardente

Una delegazione del Sindacato Fsp Polizia di Stato, con il Segretario Nazionale Giuseppe Brugnano e il componente dell'osservatorio nazionale immigrazione Vincenzo Albanese, si è recata al Pala Milone a Crotone, dove è stata allestita la camera ardente, per esprimere cordoglio per le vittime di Steccato di Cutro (Crotone). «Indescrivibile commozione - dicono Brugnano e Albanese - provata davanti alle salme allineate in quella improvvisata camera ardente. Sono questi i momenti in cui, aldilà di ogni ruolo istituzionale, vengono fuori i sentimenti di solidarietà umana e pietà cristiana nei confronti di queste vittime innocenti».

19.30 – Anche la capitana della nazionale pakistana di hockey tra le vittime

Tra le vittime del naufragio dei migranti davanti alla costa crotonese c'è anche Shahida Raza, giovane calciatrice ma anche capitano della nazionale femminile di hockey su prato del Pakistan. Shahida Raza, detta Chintoo, 27 anni, di etnia hazara, era anche una calciatrice e rappresentava da otto stagioni il Balochistan United nel calcio femminile, squadra della città di Quetta famosa per il tentativo di tenere assieme giocatrici di varie etnie in nome dell'integrazione.

19.20 – Avvistato un altro cadavere ma buio e mare agitato impediscono il recupero

Avvistato un altro cadavere nel mare di Steccato di Cutro (Crotone) ma il mare agitato e il buio non permettono il recupero del corpo. Sembra che si tratti di un bambino. Salgono così a 69 le vittime, anche se per l'ufficialità si attende il recupero del corpicino.

19.00 – Salvini: se uno non si fida di Frontex chiudiamo baracca e burattini

«Se uno non si fida di Frontex allora chiudiamo baracca e burattini, io non arrivo a fare polemica politica sui morti, sulla pelle degli altri. Posso solo pregare per questi 67 morti, io lavoro per cercare di fermare queste partenze che sono morti annunciate». Lo ha detto il vicepremier Matteo Salvini, intervenendo a una iniziativa della Fondazione Einaudi sulla Giustizia sul disastro di Crotone.

18.30 – Meloni scrive alla Ue: rifiuto l'idea che non si possa fare nulla

«Senza concreti interventi dell'Ue, sin dalle prossime settimane e per l'intero anno, la pressione migratoria sarà senza precedenti, posto il difficile contesto che investe vaste zone del Pianeta. Rifiuto l'idea che nulla possa esser fatto e che l'Europa debba rassegnarsi a prendersi cura solo di chi riesce ad avvicinarsi alle nostre coste o ai nostri confini dopo aver affidato la propria vita e quella dei propri figli a trafficanti senza scrupoli, pagati profumatamente per accedere a viaggi disperati. Così la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in una lettera inviata ai vertici europei.

18.10 – Domani Mattarella a Crotone: il Presidente renderà omaggio alle vittime

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, sarà domani a Crotone per rendere omaggio alle vittime del naufragio dell'imbarcazione su cui viaggiava un gruppo di migranti. Il naufragio ha provocato la morte accertata, al momento, di 67 persone ed un numero ancora imprecisato di dispersi. Della visita del presidente Mattarella, di cui mancano al momento i particolari, si è appreso da fonti locali. Il Capo dello Stato, secondo quanto si è appreso, si dovrebbe recare al Palasport, dove sono allineate le bare delle vittime del naufragio.

18.00 – Gip: lo sbarco non è frutto di un accordo tra 4 amici al bar

Lo sbarco sulle coste calabre «non può essere ritenuto frutto di un accordo tra 4 amici al bar che, imbattutisi per caso fortuito in almeno 180 disperati, decidono di affrontare i pericoli del mare per speculare sul desiderio di libertà dei disperati». Lo scrive il gip Michele Ciociola, nell'ordinanza di convalida degli arresti di degli scafisti della strage di Cutro.

17.50 – Picierno (Pd): doverose dimissioni di Piantedosi e Salvini

«Giorgia Meloni cerca di accusare, con una lettera improbabile, l'Unione Europea del dramma migratorio che la destra europea cavalca e strumentalizza da anni. La premier si oppone a tutti i meccanismi di ricollocazione, ai corridoi umanitari e ai soccorsi in mare, criminalizzando i soccorritori e generando un clima criminogeno che favorisce l'illegalità e l'immigrazione clandestina. I Paesi a guida sovranista sono i primi che si oppongono a nuovi criteri di gestione del fenomeno migratorio e, occorre ricordare, come la stessa Presidente del Consiglio quando era all'opposizione predicasse improbabili blocchi navali e affondamenti delle navi ong. La responsabilità istituzionale e il ruolo che oggi ricopre dovrebbero, piuttosto, indurre Meloni a chiarire riguardo le gravissime e reiterate posizioni del ministro Piantedosi. Un approccio che già emerse in tutta la sua brutalità quando Piantedosi utilizzava la formula “carico residuale” a proposito di donne e bambini. Il quadro è ulteriormente aggravato dalle odierne parole del Comando della Guardia Costiera di Crotone, che ha spiegato come il mare avrebbe consentito l'intervento, bloccato invece dalle regole d'ingaggio, che in quel caso venivano dal Ministero dell'Interno. Parole che rendono quindi doverose le dimissioni dei ministri Matteo Piantedosi e Matteo Salvini». Lo afferma, in una nota, Pina Picierno.

17.40 – Montaruli (FdI): Meloni pone il tema migranti al centro dell’agenda Ue

«Il presidente Meloni lavora al tema dell'immigrazione e questo è un fatto. Lo dimostra di ultimo la lettera all'Ue che pone centrale il problema nell'agenda europea solo per merito del governo italiano: la migliore risposta concreta che si potesse dare alla tragedia di questi giorni. L'opposizione se fosse responsabile in questo momento dovrebbe sostenere l'iniziativa invece di fare polemiche». Così la deputata di Fratelli d'Italia Augusta Montaruli a margine dell'audizione del ministro Piantedosi in commissione Affari costituzionali.

17.30 – Gip: vittime alla mercé di viaggi disperati

I morti del naufragio davanti alle coste di Cutro, in provincia di Crotone, sono «vittime di un destino sordo alle loro speranze e di uno stato di necessità non altrimenti fronteggiabile se non mercé disperati viaggi della speranza». Lo scrive il gip di Crotone Michele Ciociola, nel provvedimento con il quale ha convalidato l'arresto di due dei tre presunti scafisti. Il terzo, un minore di 17 anni, è in attesa della decisione del Tribunale per i minorenni di Catanzaro.

17.20 – Sea Watch: nel 2017 barca affollata classificata come evento Sar

«Come è possibile che il Centro nazionale di coordinamento (Ncc) che ha sede presso il Ministero dell'Interno abbia classificato il caso di un'imbarcazione con 200 persone a bordo con onde fino a 2,5 metri, come “operazione di polizia” e non come “evento SAR - Ricerca e Soccorso”?». Lo chiede la ong Sea Watch. Frontex, contattata dall'Agi nei giorni scorsi, ha affermato «nelle ultime ore di sabato» un proprio aereo «che monitorava le acque italiane nell'ambito dell'operazione Themis ha individuato un'imbarcazione fortemente sovraffollata diretta verso le coste italiane». «La stessa Guardia Costiera nel 2017 – spiega Sea-Watch – agiva considerando “ogni imbarcazione sovraffollata un caso Sar di per sé”. Allora, chi da Roma non ha dato l'ordine alla Guardia Costiera di Crotone di intervenire?».

17.10 – Opposizioni in coro: Piantedosi si dimetta. Si valuta mozione

Il segretario di Più Europa interviene qualche minuto prima di Schlein: «Crediamo che lei dovrebbe rassegnare le dimissioni», dice Riccardo Magi. «Lei ha citato Kennedy: “Non chiedetevi cosa può fare il vostro Paese per voi ma cosa potete fare voi per il vostro Paese”. Ma cosa può fare un ragazzino afghano per il proprio paese? E una famiglia di iraniani? Secondo me, dal nostro paese, possono aspettarsi quello che prevede la Costituzione», aggiunge. Sulla stessa linea il rappresentante dell'Alleanza Verdi e Sinistra Fliberto Zaratti. Stefano Colucci, componente dei Cinque Stelle nella stessa commissione, reitera la richiesta: «Data l'evidente lacunosità del comportamento del ministero, le reitero la richiesta di dimissioni e di venire urgentemente a riferire in Aula». Al momento la richiesta rimane, tuttavia, verbale. Non si parla ancora di mozione. Una fonte parlamentare del Pd spiega che si deve, per prima cosa, fare chiarezza su quanto avvenuto, tramite gli atti ispettivi di cui parla Schlein, e solo in un secondo momento agire con una mozione.

17.00 – Casini: frase di Piantedosi inopportuna ma le polemiche non risolvono nulla

«Conosco Piantedosi da quarant'anni ed è una persona perbene. Credo che il ministro si sia reso conto di questa frase del tutto inopportuna, però qui abbiamo un problema che non è stato affrontato adeguatamente dall'Europa e che si sta trascinando negli anni. Ricordo quando la Meloni criticava i governi del passato su questo tema, oggi l'opposizione contesta la Meloni, ma così il problema non lo risolveremo mai». Lo ha affermato Pier Ferdinando Casini, ospite a L'Aria che tira su La7.

16.50 – Calenda: governo chieda passo indietro a Piantedosi

«Piantedosi dal DLRave al "carico residuale" per finire alle orripilanti dichiarazioni sui migranti e ai balbettamenti successivi ("li andremo a prendere noi"), ha dimostrato di non essere adatto a fare il Ministro. Sarebbe saggio per il Governo chiedergli un passo indietro»: è quanto si legge in un post del leader di Azione, Carlo Calenda.

16.40 – Lollobrigida difende Piantedosi: nessun imbarazzo, piena solidarietà al ministro

«Non c'è nessun imbarazzo, esprimo la mia completa solidarietà a Piantedosi per le ore che sta attraversando». Lo ha detto il ministro dell'Agricoltura, Francesco Lollobrigida, conversando con i giornalisti alla Camera sul naufragio di Crotone.

16.30 – Gip di Crotone: i due scafisti fermati restano in carcere

I due scafisti fermati dopo il naufragio di Crotone restano in carcere perché c'è «il pericolo di reiterazione del reato». Fami Fuat, 50enne turco e Khalid Arslan, 25enne pakistano, potrebbero ripetere «nuove condotte di favoreggiamento di migranti a favore delle organizzazioni di appartenenza, anche sul territorio nazionale». Non solo, per il gip di Crotone c'è anche il pericolo di fuga.

16.20 – Piantedosi: orgoglioso di essere un questurino

«Spesso vengo giudicato per essere stato un questurino, sono orgoglioso di essere stato un funzionario dello Stato». Lo ha detto il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi in audizione in Commissione Affari Costituzionali alla Camera sulle linee programmatiche, rispondendo sulla tragedia di Cutro.

16.10 – Frontex: spetta agli Stati classificare un evento come Sar

«Si noti che sono sempre le autorità nazionali competenti a classificare un evento come ricerca e soccorso». È quanto comunica l'agenzia Ue di controllo delle frontiere Frontex in una nota in cui spiega la dinamica delle operazioni antecedenti al naufragio di Crotone. «Gli aerei e i droni di Frontex pattugliano aree selezionate oltre le frontiere esterne dell'Ue nell'ambito della sorveglianza aerea multiuso (Mas) dell'agenzia - si legge nella spiegazione dei tipi di operazione svolti dall'agenzia -. L'obiettivo è capire meglio cosa sta succedendo e stabilire un meccanismo di allerta precoce. Se qualcuno degli aerei o delle navi di Frontex vede un'imbarcazione che necessita di assistenza, l'agenzia informa l'autorità nazionale responsabile delle attività di soccorso nell'area e segue le sue istruzioni in linea con il diritto marittimo internazionale».

Ore 15,44 – Tra le vittime una giovane calciatrice e giocatrice pachistana di hockey

Tra le vittime, 67 finora quelle accertate, del naufragio dei migranti davanti alla costa crotonese c'è anche Shahida Raza, giovane calciatrice e capitano della nazionale femminile di Hockey del Pakistan, che viaggiava sul barcone insieme agli altri profughi. Shahida Raza era anche una calciatrice e rappresentava il Balochistan United nel calcio femminile. Era madre di una bambina, ma a quanto pare la figlia non era con lei sull'imbarcazione. La morte della giocatrice è stata confermata dalla Pakistan Hockey Federation. Shahida aveva deciso di affrontare i rischi della traversata dalla Turchia pur di scappare via dalle persecuzioni del suo Paese. 

Ore 15,41 – Carcere per due scafisti

Il gip del Tribunale di Crotone ha convalidato il fermo di due scafisti della barca che si è schiantata sulla costa di Cutro causando la morte di 67 persone. I due, un turco di 50 anni e un un pakistano di 25 anni, sono stati fermati nella giornata di lunedì insieme ad un giovane di 17 anni, per il quale procede il Tribunale dei minorenni di Catanzaro che ha fissato l'udienza di convalida domani. Il gip Michele Ciociola ha disposto la misura cautelare in carcere per i due che sono indagati di favoreggiamento all'immigrazione clandestina, naufragio colposo e lesioni. Un quarto scafista risulta indagato ma al momento è irreperibile.

Ore 15,08 – “C’era il mare forza 4, potevamo uscire anche con forza 8”

«A noi risulta che domenica il mare fosse forza 4 ma motovedette più grandi avrebbero potuto navigare anche con mare forza 8. A noi non è giunto nessun allarme? Ripeto, adesso c'è un intricato discorso di ricostruzione dei fatti del quale non posso e non mi posso permettere di anticipare le conclusioni perché non ci siamo nemmeno arrivati. Stiamo rifacendo tutto il percorso dei fatti e poi riferiremo all'autorità giudiziaria». A dirlo il comandante della Capitaneria di porto di Crotone Vittorio Aloi.

Ore 14,37 – Il comandante della capitaneria di Crotone: “Regole di ingaggio dal ministero dell’Interno”

«Sarebbe troppo lungo specificare quali sono le nostre regole di ingaggio e non si possono fare in sintesi anche perché sono spesso regole che non promanano dal ministero a cui appartengo, promanano da quello dell'interno. È una ricostruzione molto complessa». Così il comandante della capitaneria di porto di Crotone Vittorio Aloi.

Ore 14,19 – La prima segnalazione alle 4,37

«Alle 4.37 tramite 1530, si riceveva segnalazione riguardo la presenza di una barca a circa 40 metri dalla foce del fiume Tacina su un fondale presumibilmente sabbioso e con profondità di circa 3 metri. Alle 4.55 ci ricontattava il segnalante riferendo che le persone si stavano tuffando in acqua e stavano nuotando verso riva, evidenziava, inoltre, la presenza di probabili cadaveri e che la barca si era distrutta». Lo scrive la Capitaneria di porto nella sua relazione sul naufragio del barcone di migranti a Steccato di Cutro, finita agli atti dell'inchiesta della Procura. «Alle 5.35, la prima pattuglia di terra Guardia Costiera, giunta sul posto, riferiva di numerose persone in stato di ipotermia in spiaggia, trascinate a riva dalla risacca così come alcuni cadaveri. La motovedetta CP 321, intervenuta da Crotone, iniziava attività di ricerca e soccorso al largo».

Ore 14,06 – Il presidente del Consiglio regionale della Calabria: “Questa strage sia spartiacque tra passato e futuro”

«Le bare allineate al PalaMilone di Crotone annebbiano lo sguardo e smorzano il fiato. La visione di uomini, donne e bambini, per i quali la speranza di una vita migliore è precipitata nella tragedia, non può lasciare nessuno nell'indifferenza. Ma non è con la strumentalizzazione politica, imbarazzante di fronte al disastro umanitario di domenica, che si onorano le vittime del naufragio a poche centinaia di metri dalla costa calabrese». Lo afferma il presidente del Consiglio regionale della Calabria Filippo Mancuso. «È necessario, se non si vuole che tutto finisca con le rituali commemorazioni - aggiunge -, che questa ennesima strage di migranti sia uno spartiacque tra il passato e il prossimo futuro. E ciò sarà possibile se l'Unione europea, i singoli Stati aderenti e la comunità internazionale, decideranno di governare il fenomeno migratorio e si assumeranno la responsabilità di evitare che le morti nel Mediterraneo si ripetano. Si chiede, come sta facendo il Governo italiano e come ha sollecitato il presidente Mattarella, che l'Europa si doti di una strategia rigorosa per sostenere la cooperazione allo sviluppo dei Paesi devastati da guerre e povertà da cui le persone fuggono. Soltanto così si potrà incidere sulle cause di un fenomeno epocale e complesso. Smantellando, al contempo, la rete dei trafficanti di esseri umani e organizzando l'accoglienza in una logica che coniughi la solidarietà con la necessità di assicurare i diritti primari dei migranti nel rispetto della legalità».

Ore 13,50 – I carabinieri primi a soccorrere

Sono 2 carabinieri del radiomobile della Compagnia di Crotone i primi ad intervenire, alle 4.30, dopo il naufragio del barcone carico di migranti. I militari hanno salvato 2 persone e recuperato 17 corpi. «Ci siamo avvicinati, immergendoci in acqua, notando la presenza di due corpi privi di conoscenza, sotto l'imbarcazione ed in pericolo di essere schiacciati...una donna era già deceduta, mentre un uomo era in sofferenza respiratoria» si legge nella relazione agli atti dell'inchiesta. Solo dopo sono arrivati alcuni pescatori, e, successivamente, 118, Gdf, Polizia, Guardia Costiera e personale del Centro di accoglienza.

Ore 13,44 – Manlio Messina: “Fare chiarezza, ci sono dei morti”

«L'idea è quella di fare chiarezza in assoluto, perché ci sono dei morti e il rispetto dei morti significa anche questo, capire un po' com'è la situazione. Siccome noi non abbiamo paura che si faccia chiarezza perché laddove ci siano anche responsabilità da parte di qualcuno che non ha magari recepito l'Sos o non è intervenuto, certamente non si può additare il Governo di averli fatti morire con la volontà di farli morire, perché sembra quasi che il Governo non abbia soccorso il barcone perché noi siamo i soliti razzisti, con l'intento delle opposizioni di far nascere e di far crescere questo tipo di sospetto. Siccome per noi non può esistere questo tipo di motivazione, capiamo se ci sono responsabilità, e se qualcuno ha responsabilità se ne assumerà le stesse». Così Manlio Messina (FdI) intervenendo questa mattina a Coffee Break su La7.

Ore 13,25 – Il Pd chiede ai ministri Piantedosi e Salvini di riferire in aula

«Lo abbiamo chiesto ieri in capigruppo e lo abbiamo ribadito ovunque: chiediamo che i ministri Piantedosi e Salvini vengano a riferire in aula su quanto è avvenuto nel naufragio di Crotone. Salvini la smetta di prendersela con i giornalisti: tutti solidarizziamo con le donne e gli uomini della Guardia Costiera. Ma proprio per questo chiediamo a lui e al suo collega Piantedosi di venire in aula a spiegarci cosa sia successo nella notte di sabato scorso, davanti alle nostre coste dove sono morte 67 persone, tra cui donne e minori, che scappavano da miseria e violenza». Così la presidente dei senatori del Pd Simona Malpezzi.

Ore 13,10 – Il Comandante della Capitaneria di porto: siamo pronti a esibire i registri

«Mi sento provato umanamente ma professionalmente a posto - dice il comandante della Capitaneria di porto di Crotone, Vittorio Aloi -. Abbiamo operato secondo le regole e siamo pronti a dimostrarlo esibendo i registri di quella notte».

Ore 13 – Lupi: basta sciacallaggio sulla Guardia Costiera. Donne in rete: una strage annunciata

«La tragedia di Cutro ha colpito tutti, governo, maggioranza e opposizione, senza distinzioni perché la vita umana è sacra per tutti. Arrivare ad accusare la Guardia Costiera, il cui personale in questi anni ha salvato migliaia e migliaia di vite a costo della propria, è da irresponsabili», ha detto il capo politico di «Noi Moderati», Maurizio Lupi. Il gruppo Dire (Donne in Rete contro la violenza): «Mancano ancora politiche europee e nazionali che garantiscano alle persone libertà di movimento, che aprano le frontiere con accessi al territorio sicuri e legali per chi ha necessità di trovare protezione in Europa, che retrocedano dall'approccio securitario e repressivo delle politiche migratorie promosse e implementate a livello europeo e nazionale negli ultimi anni».

Ore 12,50- Il dolore dei parenti delle vittime

C'è chi arriva dalla Germania, chi dal Nord Italia. Sono accompagnati dai volontari delle associazioni alle bare che contengono i resti dei propri cari. Qualcuno si accascia a terra e inizia a urlare dal dolore, a piangere disperatamente. Sono scene strazianti quelle che si vedono alla camera ardente, dove è arrivato anche il procuratore Giuseppe Capoccia.

Ore 12,30 – La mail di Frontex non dava il numero di migranti a bordo

La mail con cui Frontex - alle 23,03 di sabato sera - comunicava l'avvistamento del barcone carico di migranti poi naufragato a 100 metri dalla spiaggia di Cutro, non indicava il numero di presenze a bordo sottolineando solo che vi potessero essere «possibili altre persone sotto coperta». Nel messaggio, inoltre, Frontex indicava una «buona galleggiabilità» dell'imbarcazione.

Ore 11,23 – La Guardia costiera: il pm non ha ancora ha chiesto materiale

”C'è un'inchiesta della Procura ma non riguarda noi, riguarda in generale l'andamento dei fatti. Se e quando saremo chiamati a dare la nostra versione, atti alla mano, brogliacci di telefonate, comunicazioni che ci sono state, noi riferiremo”. Lo ha detto il comandante della Guardia costiera di Crotone Vittorio Aloi: “Per ora non ci è stato chiesto materiale né siamo stati convocati. Una segnalazione nostra di distress 24 ore prima? Non mi risulta si trattasse distress". 

Ore 10,40 – Il cardinal Zuppi: Ong in mare soccorrono ed evitano tragedie

"Il Mediterraneo ha sempre rappresentato un grande spazio d'incontro. Dovremmo dire, l'Italia in particolare, che questa è la vocazione per governare il fenomeno migratorio. Tutto questo per affrontarlo e non far finta che non ci sia. Ci sono state molte polemiche sulle Ong. Dobbiamo sempre ricordarci per quale motivo le Ong sono andate o vanno verso queste rotte: lo fanno per evitare tutto questo e cercare di soccorrere. Purtroppo queste tragedie accadono se non c'è sicurezza e se si è schiavi degli scafisti". Lo ha detto il presidente Cei, il cardinal Matteo Zuppi, parlando della tragedia al largo delle coste calabresi. "Sono trenta anni che lo diciamo - ha proseguito il cardinal Zuppi -. Dobbiamo capire le cause per cui le risposte non sono sufficienti. Questo credo che sia il modo per ricordare le vittime". 

Ore 10,04 – "Identificare i morti prima della loro inumazione”

Il Comitato 3 ottobre, organizzazione nata dopo la tragedia del 2013 di Lampedusa, impegnata da anni nell'identificazione delle vittime dei naufragi nel Mediterraneo, ha chiesto al capo dipartimento per le Libertà civili e immigrazione, al commissario straordinario per le persone scomparse e alla prefetta di Crotone di procedere all'identificazione delle vittime del naufragio prima della loro inumazione. "Così come è avvenuto in altri tragici naufragi, l'identificazione dei cadaveri dei naufragi è possibile. Anche le famiglie delle persone decedute o disperse dovrebbero essere considerate vittime e dovrebbero essere coinvolte il più possibile dalle autorità nel processo di identificazione e di inumazione. Non vorremmo che, anche in questo caso, queste persone rimangano dei numeri e delle vittime senza nome”.

Ore 9,53 – Il comandante della Capitaneria: “Potevamo intervenire anche con mare forza 8"

In merito alle polemiche sull’invio dei primi soccorsi, il comandante della Capitaneria, Vittorio Aloi, dice che “le motovedette avrebbero potuto navigare anche con mare forza 8” e che “quel giorno c'era mare forza quattro, non sei o sette". Con queste parole l'ufficiale lascia intendere che l'invio di mezzi di soccorso al barcone che si trovava a 40 miglia dalla costa crotonese sarebbe stato possibile anche con quelle condizioni meteo marine. L'ufficiale – che si dice “molto provato umanamente e anche molto amareggiato” – ha poi confermato la circostanza, riportata in una nota ufficiale della Capitaneria di Porto italiana, secondo cui la prima segnalazione di allarme per la barca di migranti è giunta alla Guardia costiera alle 4,30 del mattino di domenica scorsa, a naufragio già avvenuto.

Ore 9,50 – Renzi: “Meloni nel 2015 mi accusò di strage, si scusi”

"Nel 2015 dopo un naufragio Giorgia Meloni chiese che io fossi indagato per strage colposa. Fu un atto di puro sciacallaggio. Oggi non chiedo che Meloni sia indagata: mi basta che si scusi e che la politica dei salvataggi in mare torni a essere umana. Fermiamo i trafficanti,non le ONG". Così su Twitter il leader di Italia viva Matteo Renzi, pubblicando un vecchio post della premier che scriveva: "Naufragio nel Canale di Sicilia, il governo Renzi dovrebbe essere indagato per reato di strage colposa".

Ore 9,40 – Medici Senza Frontiere dà sostegno psicologico

“È stata una giornata molto tragica e difficile per tutti, abbiamo aiutato i sopravvissuti del naufragio e i parenti delle vittime per il riconoscimento e li abbiamo accompagnati per l'ultimo saluto. In particolare abbiamo accompagnato un uomo afgano che ha perso la moglie e i figli". È la testimoninza di Mara Eliana Tunno, psicologa di Medici Senza Frontiere, che da domenica assiste i superstiti del naufragio di Crotone. "Difficile descrivere questo dolore a parole: in particolare abbiamo cercato di assistere psicologicamente una donna afgana in stato di chock, ma è stato davvero difficile calmarla. La maggior parte dei sopravvissuti ha perso qualcuno".

Ore 9,35 – Le grida disperate dei parenti nella camera ardente

Arrivano alla spicciolata i parenti delle vittime del naufragio e vengono accompagnati dai volontari nel palasport di Crotone dove è aperta la camera ardente. Piangono e si disperano per la perdita dei propri cari. Ci sono molti parenti arrivati dalla Germania, dove c'è una grossa comunità di afghani.

Pubblicato su Il Mattino di Padova