Esperti e con migliaia di ore di volo alle spalle: chi erano i piloti morti. Uno di loro ha evitato la strage
Giuseppe Cipriano aveva 48 anni, Marco Meneghello 46
Il Tenente Colonnello Giuseppe Cipriano, nato a Taranto il 5 febbraio del 1975, era entrato in Aeronautica Militare nel 1996 con il 117° corso Allievo Ufficiale Pilota di Complemento. Presso il 60° Stormo di Guidonia era pilota istruttore di volo sui velivoli: U208A, Aliante G103, MB339-CD. Aveva all'attivo 6000 ore di volo, effettuate anche in operazioni fuori dai confini nazionali.
Il Maggiore Marco Meneghello, nato a Legnago (VR) il 18 agosto del 1977, era entrato in Aeronautica Militare nel 1999 con il 119° corso Allievo Ufficiale Pilota di Complemento. Presso il 60° Stormo di Guidonia era pilota istruttore di volo sui velivoli: U208A, Aliante G103. Aveva all'attivo 2600 ore di volo, effettuate anche all'estero.
Giuseppe Cipriano ha chiesto aiuto dopo essere precipitato tra le case. Prima però ha evitato una strage, riuscendo a compiere una manovra in grado di salvare molte vite, dato che a soli cento metri dal luogo della tragedia c’è un asilo. Poi però il suo aereo ha preso fuoco e per lui non c’è stato nulla da fare. Quando ha capito che stava andando a schiantarsi, ha evitato di colpire le case riuscendo a precipitare nell'unica strada possibile. Una delle persone presenti nella strada di Guidonia al momento dello schianto spiega di avere visto il velivolo «cadere in maniera verticale: è passato tra le palazzine e si è schiantato sulla macchina. Abbiamo provato a salvare il pilota ma non c'è stato nulla fare». Anche il proprietario dell'auto centrata dall'ultraleggero si trovava lì. «Ero a 10 metri della macchina, l'aereo è cascato e io sono scappato. Fosse accaduto pochi secondi dopo ero dentro quell'automobile», aggiunge.
Cipriano era originario di Montalbano Ionico (Matera), dove tuttora vivono i suoi genitori e i due fratelli. Il sindaco Piero Marrese: «Una notizia che non avrei mai voluto avere, Giuseppe era un ragazzo generoso, riservato e dal cuore nobile, orgoglio di noi montalbanesi. Il tenente colonnello, in servizio presso il sessantesimo stormo dell'Aeronautica, avrebbe compiuto una manovra per evitare che il velivolo da lui guidato - continua Marrese - finisse sulle case: una manovra eroica, quella del caro Giuseppe che, salvando la vita di tante persone, ha deciso di sacrificare la sua. Alla mamma Ginetta, al padre Peppuccio, ai fratelli Mario e Alessio, a tutti i suoi familiari, le mie condoglianze e quelle dell'intera comunità di Montalbano Jonico».
Pubblicato su Il Mattino di Padova