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L’ultimo discorso in cella di Maria Ponomarenko, condannata a sei anni di galera per aver detto la verità su Mariupol e Bucha: “Credetemi, mai un regime totalitario è sembrato così forte come prima del crollo”

«È improbabile che io arrivi alla libertà condizionale: grandi cambiamenti ci raggiungeranno prima. Non c’è speranza per voi, persone in uniforme. E questi simboli, V e Z, dovrebbero essere cancellati»

Ricordate Maria Ponomarenko? La giornalista che raccontò, assai semplicemente, che l’attacco al teatro di Mariupol era stato un bombardamento russo, e lo sterminio di Bucha era stato fatto dai russi, è stata condannata in Russia a sei anni di galera e cinque anni di interdizione da qualunque attività giornalistica e digitale. Questa storia merita di essere raccontata non solo perché simbolica dello scivolamento sempre più disperato della Russia di Putin verso scenari nordcoreani. Ma perché il discorso finale di Ponomarenko – come quelli di altri detenuti...

Pubblicato su Il Mattino di Padova